Un enorme complesso di stelle giovanissime, con età inferiore a 10 milioni di anni, in una galassia primordiale
La ricerca, pubblicata su Nature’, è la prima scoperta di una regione di formazione stellare così giovane, nata 3 miliardi di anni dopo il Big Bang. A realizzarla è stato un team di ricercatori dell’istituto francese Service d’Astrophysique-Laboratoire Aim del Cea-Irfu guidato da Anita Zanella, in collaborazione con ricercatori di importanti centri di ricerca internazionali tra cui l’Università di Bologna. Utilizzando i dati del telescopio spaziale Hubble, la debole luminosità delle galassie lontane richiede l’uso di mezzi di osservazione potenti, i ricercatori sono riusciti, dunque, a scoprire le tracce di un ammasso gigante costituito da stelle molto giovani. Fino ad oggi non si era mai riusciti ad osservare ammassi così giovani con queste caratteristiche e si pensava non sopravvivessero. Il risultato fa così luce sulle modalità con cui le stelle si formano nelle galassie lontane e dimostra che gli ammassi di stelle appena formati in tali galassie possono sopravvivere all’azione distruttrice dei venti stellari e delle supernovae, contrariamente alle predizioni di alcuni modelli teorici. Durante la loro storia evolutiva, questi ammassi di stelle potranno migrare verso le regioni più interne della galassia e contribuire alla massa totale del nucleo della galassia e alla crescita del buco nero centrale. Con un’età di meno di 10 milioni di anni, l’ammasso studiato non ha ancora avuto il tempo di evolvere a sufficienza affinché le sue stelle fossero direttamente osservabili. È quindi a partire dall’illuminazione del gas ionizzato da parte di queste giovani stelle che la loro presenza è stata rivelata. L’associazione dell’emissione da gas ionizzato con il complesso di stelle giovani (in figura) è stata possibile anche grazie all’esclusione di processi alternativi, come i buchi neri presenti in tutte le galassie, i quali avrebbero potuto spiegare l’emissione.