Fisica: in dirittura d’arrivo il CERN del Medio Oriente

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La struttura ”è un esempio di scienza al servizio della pace e come ministero degli Affari esteri appoggiamo questa iniziativa”

E’ in dirittura d’arrivo il Cern del Medio Oriente: e’ il super-microscopio Sesame che e’ in via di completamento in Giordania, vicino ad Amman, e la cui entrata in funzione e’ prevista per il 2016. E’ la prima struttura di ricerca di questo tipo in medio Oriente ed e’ gia’ un simbolo di collaborazione internazionale all’insegna di scienza e pace. L’Italia vi contribuisce in modo significativo con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), universita’ Sapienza di Roma e Citta’ della scienza di Napoli. Importante anche il contributo economico italiano, con 1,8 milioni gia’ stanziati fra 2013 e 2014 e 500.000 euro promessi dal ministero per l’Istruzione, l’Universita’ e la Ricerca per il 2015. ”La promessa e’ di arrivare complessivamente a 5 milioni di euro”, ha detto oggi a Roma il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni, presentando il progetto nell’incontro organizzato da Infn e universita’ Sapienza. Italiano e’ anche il direttore scientifico della struttura, Giorgio Paolucci. La struttura ”e’ un esempio di scienza al servizio della pace e come ministero degli Affari esteri appoggiamo questa iniziativa”, ha detto l’ambasciatore Andrea Meloni. Anche per il presidente di Sesame, Chris Llewellyn Smith dell’universita’ britannica di Oxford, ”Sesame e’ un’organizzazione scientifica al servizio della pace e, come il Cern, e’ nata sotto l’ombrello dell’Unesco”. Oltre ad Autorita’ Nazionale Palestinese e Israele, vi partecipano Bahrain, Cipro, Egitto, Iran, Giordania, Pakistan e Turchia. Sesame (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East) e’ il primo acceleratore del Medio Oriente progettato per produrre la luce di sincrotrone. Al suo interno gli elettroni vengono accelerati a velocita’ vicine a quella della luce e la radiazione che si ottiene in questo modo funziona come un potentissimo microscopio che permette di studiare strutture infinitamente piccole, come quelle di cellule, proteine e nanomateriali. Le applicazioni riguardano numerosi ambiti: dall’archeologia alla biologia, dalla chimica alla fisica, alla medicina. Nel mondo esistono 60 strutture simili, ma nessuna finora in Medio Oriente.

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