Salute: per le malattie cardiovascolari 35% di decessi maschili e 43% femminili

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Uno dei principali fattori di rischio è dovuto agli elevati livelli di ‘colesterolo cattivo’ presenti nel sangue.

Le malattie cardiovascolari rappresentano oggi la prima causa di mortalita’ in Europa. E in Italia, nello specifico, provocano il 35% dei decessi maschili e il 43% di quelli femminili. Sono alcuni dei dati emersi nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto ‘Colesterolo, una questione di famiglia’, un’indagine civica promossa da Cittadinanzattiva, attraverso il Tribunale per i diritti del malato e il Coordinamento nazionale delle associazioni dei Malati cronici, presentata oggi a Roma presso la sala Nassirya del Senato della Repubblica. Secondo i dati 2013 dell’Istituto superiore di sanita’, e’ emerso ancora dalla conferenza, “il 79% degli intervistati dichiara di aver misurato almeno una volta nella vita la colesterolemia. Fra questi, il 24% riferisce di aver ricevuto una diagnosi di ipercolesterolemia”.

Ma non sempre l’ipercolesterolemia e’ dovuta a cattive abitudini di vita. “Nel nostro Paese- hanno sottolineato infatti gli esperti- molte persone convivono con livelli elevati di colesterolo Ldl non a causa di un’alimentazione disordinata e ricca di grassi, ma per una causa genetica. In questi casi si parla allora di ‘ipercolesterolemia familiare’, una condizione ereditaria che, nella forma piu’ frequente (quella eterozigote), si stima colpisca nel mondo tra i 14 e i 34 milioni di persone, mentre in Italia potrebbero esserne affette circa 120mila/300mila persone. Inoltre, i soggetti con ipercolesterolemia familiare eterozigote hanno il 50% di possibilita’ di trasmettere la malattia ai propri figli”. Solo meno dell’1% di questi pazienti, pero’, “riceve purtroppo una diagnosi, con un rischio notevole di sviluppare patologie cardiovascolari: se non adeguatamente trattata- hanno spiegato- l’ipercolesterolemia familiare comporta infatti un rischio 20 volte maggiore di insorgenza di malattie cardiache precoci. Fondamentali sono quindi una diagnosi precoce e un trattamento adeguato e tempestivo”. La diagnosi di ipercolesterolemia familiare, inoltre, puo’ essere fatta in molti casi anche clinicamente sulla base di alcuni indicatori, quali “elevati livelli di ‘colesterolo cattivo’ nel sangue, una storia di eventi cardiovascolari precoci e regressi, una storia di infarto o ictus precoci in famiglia. A questi si associano infine alcuni segni clinici visibili peculiari della malattia, come rigonfiamenti sui tendini del tallone e delle mani e dei depositi giallognoli di grasso intorno agli occhi. Meno comunemente- hanno concluso gli esperti- si osservano anelli biancastri intorno alla cornea”.

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