Il nostro è il secondo Paese al mondo per pazienti reclutate
Oggi è possibile aumentare la concentrazione del farmaco antitumorale per colpire selettivamente le cellule malate. Grazie alla nanotecnologia particelle di dimensioni nanometriche trasportano il farmaco chemioterapico in dosi maggiori rispetto alla formulazione tradizionale (+33%), aumentandone l’efficacia con meno effetti collaterali. Nab-paclitaxel ha dimostrato di essere efficace anche in una forma di tumore del seno particolarmente aggressiva, quella metastatica “triplo-negativa”. E al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), il più importante appuntamento mondiale di oncologia in corso a Chicago fino al 2 giugno, viene presentato lo studio internazionale “tnAcity”, con l’Italia secondo Paese al mondo per numero di pazienti reclutate dopo gli USA. “In questa forma di tumore a oggi è disponibile solo la chemioterapia – afferma il prof. Pierfranco Conte, direttore dell’Oncologia Medica dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova e principal investigator dello studio -. Quindi è essenziale trovare il miglior regime chemioterapico per queste pazienti. Nab-paclitaxel, cioè paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle, è un farmaco innovativo che coniuga un principio attivo di efficacia antitumorale comprovata, paclitaxel, con la tecnologia d’avanguardia basata sulle nanoparticelle”. Nel nostro Paese vivono più di 522mila donne con tumore del seno. Le percentuali di guarigione sono in costante crescita, oggi infatti l’87% è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Nel 2014 si sono registrate 48mila nuove diagnosi. “All’ASCO – continua il prof. Conte – vengono presentati anche studi che dimostrano come regimi con nab-paclitaxel, somministrato prima dell’intervento chirurgico, siano in grado di indurre una maggior percentuale di risposte patologiche complete. Si tratta di un parametro molto importante perché consiste nell’assenza di tumore invasivo sia nel seno che nei linfonodi ed è strettamente legato all’esito favorevole a lungo termine, cioè alla sopravvivenza”. “Infine – conclude il prof. Conte – altri dati interessanti presentati a Chicago riguardano l’efficacia e la tollerabilità di nab-paclitaxel in donne anziane colpite da tumore del seno. Vi è una carenza di dati di studi clinici nelle pazienti over 65. Ed è importante dimostrare che anche queste malate, qualora necessitino di chemioterapia, possano essere trattate in maniera efficace senza compromettere la loro qualità di vita”. Il cancro della mammella rappresenta il tumore più frequentemente diagnosticato tra le under 50 (41% ), nella classe d’età compresa fra 50 e 69 anni (35%) e nelle over 70 (21%).