Tumori: al via i test per vaccini personalizzati

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Il vaccino, prodotto dalle cellule cancerose del paziente, è combinato con un immunostimolante per attivare il sistema immunitario

I tumori di pazienti di cancro usati come punto di partenza di un vaccino personalizzato. E’ questa la nuova sperimentazione che sta per essere avviata in Australia. I test nascono sulle basi di una ricerca condotta su cani dal Kolling Institute of Medical Research del Royal North Shore Hospital di Sydney, che ha usato vaccini personalizzati per trattare animali con cancro in forma avanzata. I risultati hanno mostrato che quasi tutti i cani trattati hanno superato il tempo previsto di sopravvivenza e molti dei padroni hanno riferito un miglioramento di qualita’ di vita nei loro animali. La sperimentazione con il vaccino ‘umano’, noto come RGSH4K, rappresenta la prossima fase del progetto e vi parteciperanno 21 pazienti adulti. Il vaccino, prodotto dalle cellule cancerose del paziente, e’ combinato con un immunostimolante per attivare il sistema immunitario. L’ipotesi e’ che la memoria del sistema immunitario riconosca e risponda a tumori esistenti e nuovi. Perche’ i pazienti possano essere inclusi, sara’ necessario che il loro tumore sia stato rimosso e conservato, prima di cominciare il trattamento. Se il paziente ha una ricaduta e non vi sono altre opzioni disponibili di trattamento, dal tumore sara’ ricavato un vaccino personalizzato e iniettato nel paziente a intervalli specifici. La sperimentazione coprira’ un’ampia gamma di tumori su pazienti per i quali non sono disponibili altre possibilita’ di trattamento, ha detto il responsabile del progetto, l’oncologo Stephen Clarke alla Tv nazionale Abc. L’obiettivo – ha aggiunto – e’ di stabilizzare o far restringere il tumore, migliorando cosi’ l’aspettativa di vita. “La manipolazione del sistema immunitario per permettere all’organismo di combattere meglio il cancro e’ diventata un obiettivo desiderato nei trattamenti. Quindi usare il tumore primario del paziente come fonte del vaccino offre la speranza di una risposta immunitaria migliorata contro gli antigeni, le proteine associate al tumore”, ha detto ancora Clarke.

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