Nella ricerca, pubblicata su Nature Communications, si analizzano le osservazioni da satellite di Venere ottenute durante il transito del 2012 davanti al Sole per misurarne il raggio
Quanto è grande il pianeta Venere? Dipende dalla lunghezza d’onda nella quale viene osservato. E’ quanto hanno appurato un gruppo di ricercatori, prevalentemente italiani, guidati da Fabio Reale dell’Università di Palermo e associato Inaf.
Nella ricerca, pubblicata su Nature Communications, si analizzano, infatti, le osservazioni da satellite di Venere ottenute durante il transito del 2012 davanti al Sole per misurarne il raggio. In pratica si è registrato che il raggio di Venere dipende dalla banda con cui lo si osserva: in particolare – spiega Media Inaf, il notiziario dell’Istituto nazionale di Astrofisica – mentre in banda ottica il raggio di Venere è più grande di 80 km del pianeta solido, coincidendo con lo strato di nubi, nelle bande più energetiche il raggio aumenta, fino ad arrivare a 150 km, in banda X, oltre la superficie solida. Questo mostra la presenza di un gas nella ionosfera di Venere a grandi altezze che è invisibile nella banda ottica, ma che è opaco alla radiazione più energetica.
“E’ stato un modo originale di studiare un evento raro come il transito di Venere – dice Reale, primo autore dell’articolo – che ci è venuto in mente mettendo in comune le nostre esperienze nelle bande X e UV con le nuove tematiche sui pianeti e le loro atmosfere. Abbiamo sviluppato un metodo che ci ha permesso di scendere al di sotto della risoluzione strumentale, dando un risultato inatteso, utile per sondare la struttura dell`alta atmosfera di Venere e valutare come vengono frenate le sonde che gli si avvicinano”.
“Questo studio dimostra come sia importante osservare in diverse bande di energia i vari fenomeni astrofisici, incluse le atmosfere dei pianeti extrasolari”, commenta Giusi Micela, direttrice dell`Osservatorio Astronomico di Palermo dell’Inaf e e coautrice dello studio.