A realizzare l’immagine un gruppo di ricercatori italiani e cileni
Fotografata una ‘citta’ stellare’ con una massa totale pari ad almeno 1,5 milioni di soli. Uno dei pochi posti dell’Universo dove si ritiene ci siano delle collisioni stellari. A realizzare l’immagine, grazie ad un avanzato sistema di ottica adattativa del telescopo Gemini Sud in Cile, un gruppo di ricercatori italiani e cileni, coordinati da Sara Saracino, dell’universita’ di Bologna. L’ammasso stellare fotografato, descritto sull’Astrophysical Journal, e’ oscurato dal materiale della nostra galassia, dove le stelle sono cosi’ ammassate l’una sull’altra da dar vita ad un ambiente con possibili collisioni. ”E’ come un tavolo da biliardo stellare – spiega Francesco Ferraro, dell’universita’ di Bologna – dove la probabilita’ di collisioni dipende dalla grandezza del tavolo e il numero di palle presenti”. L’ammasso di stelle, noto come Liller 1, e’ difficile da studiare per la distanza e perche’ si trova vicino al centro della Via Lattea, dove l’oscurita’ data dalla polvere e’ molto alta. L’immagine realizzata e’ invece molto nitida e rivela una grande ‘citta” di stelle, che puo’ contenere, secondo gli astronomi, una massa di almeno 1,5 milioni di soli, molto simile al piu’ grande ammasso globulare della nostra galassia: Omega Centauri e Terzan 5. ”Anche se la nostra galassia ha piu’ di 200 miliardi di anni – aggiunge Douglas Geisler, dell’universita’ di Concepcion – c’e’ molto spazio vuoto tra le stelle, e sono pochi i luoghi dove i soli si scontrano. Le aree congestionate sono uno di questi e le nostre osservazioni confermano che tra gli ammassi globulari, Liller 1 e’ uno dei migliori ambienti nella nostra galassia per le collisioni stellari”. Liller 1 si trova a quasi 30mila anni luce dalla Terra ed e’ uno dei ”migliori laboratori – conclude Ferraro – dove studiare l’impatto delle dinamiche degli ammassi stellari sull’evoluzione stellare: apre la porta su una sorta di studio di sociologia stellare, per misurare l’impatto dell’influenza reciproca di stelle costrette a vivere in condizioni di affollamento e stress”.