Certosa di Serra San Bruno, l’inaccessibile monastero tra i boschi calabresi

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Alla scoperta della Certosa di Serra San Bruno, primo convento certosino in Italia

Calabria, Altopiani delle Serre. E’ qui, che tra i secolari alberi di faggio e abete bianco sorge la Certosa di Serra San Bruno. L’Abbazia, che vanta una storia millenaria, è stato il primo convento certosino in Italia. Fu fondata da Bruno di Colonia nel lontano 1090. Il Santo cercava un luogo silenzioso, immerso nella natura incontaminata per ritirarsi a vita monastica e dedicarsi alla contemplazione; lo trovò in Calabria nei rilievi coperti di boschi che li furono donati dal conte Ruggero d’Altavilla. “Il clima mite…l’aspetto delle colline che dolcemente si vanno innalzando da tutte le parti…la ricchezza di fiumi e ruscelli” sono le parole con cui lo stesso Bruno descrive il paesaggio dove trascorse gli ultimi dieci anni della sua esistenza. Qui fondò l’eremo di Santa Maria del Bosco e poco più a valle il monastero di Santo Stefano.

Ancora oggi, chi viene a Serre, si ritrova immerso in un’aurea  di insolita pace e misticismo. I certosini sono soggetti, come secoli fa, alla rigida regola monastica della clausura. L’unico ponte con il “mondo reale” è il museo realizzato nel 1994. Visitarlo significa ripercorrere il cammino del Santo dalla Francia alla Calabria e varcare idealmente le soglie di un mondo quasi inaccessibile. In 20 ambienti sono fedelmente riprodotti i luoghi dove si svolgono le loro giornate; il chiostro, la cappella  le celle in cui dormono, pregano e consumano, in totale solitudine, i pasti. Solo la Domenica di ritrovano al refettorio e compiono una breve uscita, detta ”spaziamento”, tra il verde dell’Altopiano per ritemprare corpo e psiche perché, come diceva San Bruno, l’arco sempre teso alla fine si spezza. All’interno sono presenti diversi pannelli e un filmato multimediale che vi farà entrare (e probabilmente anche apprezzare) la semplice quotidianità di quest’ordine. L’Abbazia ospita anche una biblioteca , non visitabile, che contiene più di 25.000 titoli e rappresenta un affresco di rilevante importanza della storia spirituale e non della Calabria. A distanza di due km sorge la Chiesa di Santa Maria, ricostruita dopo il terremoto del 1793 e la grotta dove Bruno pregava e dormiva. Arrivarci percorrendo la suggestiva passeggiata nei sentieri del boschetto, ricco di erbe aromatiche e officinali, regala momenti di grande serenità. Nell’ampio piazzale c’è il cosiddetto Laghetto dei Miracoli dove è immersa la statua di San Bruno, a ricordo delle penitenze( tra cui quella di lavarsi nelle acque gelide) che il santo offriva a Dio. Fino a qualche decennio fa i “spirdati” , ossia le persone possedute dal demonio venivano portati al laghetto le cui acque pare fossero miracolose per la loro guarigione. Sono tante le leggende che aleggiano intorno alla Certosa; per anni si sono rincorse le voci di chi sosteneva che qui avessero trovato rifugio il famoso fisico Ettore Majorana (misteriosamente scomparso) e il pilota che sganciò la bomba su Hiroshima. Il filo tra realtà e mito è sottilissimo ma certo è che questo luogo, altamente contemplativo, è stato pellegrinaggio di molti personaggi illustri; lo visitarono Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, lo scrittore Leonardo Sciascia, la regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria e il Patriarca di Costantinopoli.

La festa del santo certosino si celebra il Lunedì successivo alla Pentecoste; in quel giorno le sue reliquie, conservate in un prezioso busto, sono esposte ai fedeli. La tradizione vuole che al suo passaggio vengano lanciati confetti colorati simbolo di fertilità. In questa occasione è possibile scorgere molti bambini che , per voto o benedizione, vestono l’abito dei certosini. Ogni anno la  festa è un richiamo turistico per molte persone.

Perché visitare la Certosa? Non solo perché è un luogo sacro ma anche perché qui si è pervasi da una strana sensazione di quiete che raramente si rivela altrove. Si può aver girato il mondo ma l’incontro con il silenzio che circonda le alte mura dell’Abbazia  vi lascerà un profondo ricordo di pace e gratitudine. La visita alla Certosa è un buon pretesto per esplorare il Bosco di Archifòro, un sito d’interesse comunitario per la bellezza del suo bosco. Sono percorribili diversi sentieri, il più famoso quello che porta alla Pietra del Signore, un grande manolite di roccia granitica che sembra quasi sospeso. Il bosco, oltra a una ricca biodiversità, ospita l’abete bianco più grande d’Europa.

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