Greenpeace: un messaggio per i leader del G7, “un futuro 100% rinnovabile” [FOTO]

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Il messaggio è indirizzato ai leader mondiali riuniti oggi in Baviera

Questa mattina all’alba, alla vigilia della seconda giornata del G7 in corso ad Elmau, gli attivisti di Greenpeace hanno proiettato con un laser un messaggio sul monte Zugspitz, proprio vicino al luogo del summit: “G7: Go for 100% renewables!”. Il messaggio è indirizzato ai leader mondiali riuniti oggi in Baviera, chiamati a discutere anche di cambiamenti climatici in vista della COP21 che si terrà a Parigi in dicembre.

Durante il G8 del 2009 in Italia, le sette grandi potenze più la Russia si impegnarono per ridurre entro il 2050 dell’80 per cento le proprie emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Proprio prima del summit di Elmau, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha richiamato le sette potenze mondiali a dare il proprio contributo per arrivare a un accordo sul clima alla Conferenza di Parigi del prossimo dicembre. Anche il premier italiano Matteo Renzi ha definito più volte il cambiamento climatico una delle sfide più importanti del nostro tempo. Troppo spesso però, almeno fino ad ora, alle parole non sono seguite politiche coerenti.

G7 Projection on Alps Mountains near Schloss Elmau Projektion beim G7 Gipfel in Schloss Elmau«Solo se Stati Uniti, Giappone e Canada dimostreranno un’assunzione di responsabilità nei confronti del Pianeta, smettendo di opporsi a un accordo globale sul clima, potremo dirci soddisfatti da quanto emergerà oggi dal G7 di Elmau», afferma Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Affinché ciò accada, occorre che le nazioni europee presenti a Elmau si propongano come capofila e dimostrino coerenza, mettendo in campo anche a livello nazionale misure utili a porre un freno al cambiamento climatico. C’è bisogno di un impegno concreto a favore di rinnovabili ed efficienza energetica: qualsiasi altra strada sarebbe falsa e rischiosa, perché incapace di fermare il riscaldamento globale», conclude Iacoboni.

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