Ancora oggi l’Italia è uno dei fanalini di coda nella diffusione di questa prassi medica: la contraccezione ormonale ha livelli di utilizzo simili a quelli di paesi molto più arretrati come la Tunisia e l’Iraq
“Drospirenone, desogestrel, gestodene o ciproterone non sono progestinici di nuova generazione: ormai esistono contraccettivi ormonali orali naturali, a base di estradiolo, che, secondo studi in vitro, abbatterebbero considerevolmente il rischio di Tromboembolismo Venoso Profondo (Tev)”. Commenta cosi’ Annibale Volpe, past president della Societa’ Italiana della Contraccezione (SIC), la notizia di uno studio clinico pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) – rimbalzata su quotidiani e web in questi giorni – che ha per focus la correlazione negativa tra aumento di rischio di Tev e assunzione di contraccettivi ormonali di terza generazione. “Si tratta di dati che riprendono studi clinici effettuati qualche anno fa – prosegue lo specialista – e non a caso sia l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), sia l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno gia’ da tempo inviato ai medici un documento in cui e’ ben evidenziato il rischio di Tev per ciascuno dei diversi progestinici in commercio”. “Occorre inoltre sottolineare – continua Volpe – che le complicanze sono dovute principalmente non tanto alla cosiddetta pillola, ma ad una prescrizione non personalizzata. Il mercato offre attualmente una grande varieta’ di scelta e per ogni donna esiste il prodotto adatto da scegliere in concerto con il proprio specialista di fiducia”. “In fase di valutazione del rischio legato alla contraccezione ormonale – conclude il past president della SIC – devono inoltre essere presi in considerazione anche i benefici: un’informazione sensazionalistica non aiuta ad allinearci con gli altri Paesi europei e mantiene l’Italia tra i fanalini di coda con una percentuale di utilizzo simile a quella del Botswana, della Tunisia e dell’Iraq. La contraccezione ormonale ha effetti molto positivi sulla salute della donna, oltre a evitare gravidanze indesiderate anche tra le giovanissime. Ma troppo spesso finiscono in secondo piano, e ci si dimentica che secondo recenti studi la pillola sarebbe in grado di evitare 45 tumori ogni 10mila donne e che apporterebbe molti altri benefici, tra cui, uno su tutti, la protezione da gravidanze indesiderate”.