Numerose sono le sue proprietà benefiche e culinarie
La ruta, scientificamente nota come Ruta graveolens, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Rutaceae, che, al di là del suo cattivo odore, presenta innumerevoli virtù benefiche e culinarie. Prima di esaminarle, è d’obbligo un piccolo excursus storico: conosciuta da tempo immemorabile, la ruta è citata in tutti i più antichi testi di medicina, tanto che Ippocrate consigliava alle donne desiderose di concepire figli di mettere le foglie di ruta nelle orecchie e nel naso; mentre per gli antichi Romani essa era capace di allontanare stregonerie e fatture.
Dioscoride ne vanta l’efficacia come antidolorifico, Epicarmo di Coo, commediografo e medico valente, guariva febbri, disturbi gastrici e morsicature di talpe col seme della ruta. Stando a quanto riferito da Plinio, credenze popolari antiche assicuravano l’efficacia del decotto di ruta con cumino e sterco di maiale in polvere nella guarigione delle patologie del colon; mentre da autori medievali si apprende che era comune l’impiego di tale pianta nei monasteri e dei conventi, ritenendo che le sue ipotetiche proprietà afrodisiache potessero soccorrere i giovani religiosi nel mantenere fede al loro voto di castità. La ruta, che contiene solo 16 kcal ogni 100 grammi di foglie, ha proprietà sedative, digestive, carminative, vermifughe e emmenagoghe, diminuendo i gonfiori e disinfiammando. E’ un rimedio naturale molto noto nella cura degli incidenti sportivi.
Essa, inoltre, lenisce i crampi, calma il sistema nervoso, attenua i dolori reumatici, le distorsioni e l’affaticamento della vista. E’ ricca di eterosidi, in grado di aumentare la resistenza dei capillari sanguigni, oltre a svolgere un’azione antispasmodica e diuretica. Contiene anche flavonoidi, di cui è risaputo il potere antiossidante, e fucumarine, con azione fotosensibilizzante e vasodilatatoria. L’infuso di ruta è consigliato in caso di ciclo mestruale doloroso e per prepararlo è sufficiente lasciar riposare in acqua bollente, per 10 minuti, 5 grammi di foglie, per poi filtrare e bere l’infuso caldo. In caso di ascessi, potete porre sulla parte infiammata 10 grammi di foglie fresche schiacciate, tenendole coperte con una garza. L’olio di ruta, frizionato con un panno di lana caldo sulla parte dolente, è un valido aiuto contro la nefrite.
Per prepararlo, schiacciate in un moraio 60 grammi di ruta fresca, portando il succo ottenuto in una bottiglia con l’aggiunta di un quarto di litro di olio d’oliva. Chiudete ermeticamente, lasciate a riposo, tenendo la bottiglia capovolta in un luogo aperto ed esposto al sole per 40 giorni prima di utilizzare l’olio così ottenuto. L’oleolito di ruta è ottimo contro i dolori alle orecchie, ha un’azione atiemorroidaria, antiparassitaria (contro scabbia e pidocchi), antiemorroidaria, cicatrizzante (contro foruncoli e piaghe cutanee), oltre a lenire la pelle in caso di punture d’insetti. Il decotto ha funzione espettorante, stimolando la secrezione del muco dalle vie respiratorie. Alcune curiosità: la presenza della ruta in giardino allontana le vipere, mentre le foglie fresche, appoggiate sui davanzali o sule soglie, allontanano le formiche.
In tempi antichi si riteneva che fosse persino utile per allontanare la paura e, a tal proposito, veniva piantata nei giardini per difendere la casa e messa in tasca quando si dovevano affrontare situazioni difficili. Come utilizzare la ruta in cucina? Poche foglie fresche, finemente tritate, sono impiegate per insaporire insalate e sandwich oppure per aromatizzare, per macerazione, aceto o olio extravergine d’oliva, per marinare il pesce, per preparare gustose salse. Una ricetta spagnola dei tempi di Cristoforo Colombo, riportata dallo storico genovese Giovanni Rebora, prevedeva la ruta tritata tra gli ingredienti di un piatto a base di carne di agnello con tartufi. Uno degli usi più diffusi è quello di tenerla in infusione con alcool puro per produrre grappe e distillati, molto digestivi