Lhc, il Large Hadron Collider del Cern di Ginevra è pronto a nuove scoperte straordinarie
Il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra e’ il piu’ grande e potente acceleratore di particelle del mondo. I primi fasci di protoni hanno cominciato a scorrere nel suo anello di 27 chilometri il 10 settembre 2008, tra l’entusiasmo alle stelle della comunita’ scientifica e i timori irrazionali della comparsa di ipotetici buchi neri. In quattro anni la macchina ha battuto un record dopo l’altro, diventando sempre piu’ potente e finalmente, nel 2012, ha raggiunto il primo degli obiettivi attesi da decenni dai fisici di tutto il mondo: la scoperta del bosone di Higgs, la particella grazie alla quale tutto ha una massa.
E’ un’impresa destinata a lasciare un segno nella storia della scienza e l’Italia vi partecipa attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica nucleare (Infn), che coordina circa 700 ricercatori impegnati negli esperimenti. Anche l’industria italiana ha dato un contributo importante, con la realizzazione di componenti cruciali della macchina, come i magneti superconduttori. Progettata per funzionare fino all’energia di 14.000 miliardi di elettronvolt (14 TeV) e alla temperatura di 272 gradi sotto lo zero, la macchina ha cominciato adesso la seconda fase di attivita’, con le prime collisioni avvenute all’energia di 13 TeV. Si e’ potuto raggiungere questo obiettivo grazie a due anni di lavoro intenso, dal 2013 al 2015, nel quale sono state rinsaldate circa 10.000 interconnessioni elettriche tra i magneti, aggiunti sistemi di protezione dei magneti ed i fasci di particelle sono stati impostati per produrre fino a un miliardo di collisioni al secondo. Tutto questo permettera’ di ottenere dalla macchina una quantita’ di dati cinque volte maggiore rispetto a quella prodotta nella prima fase del funzionamento. Si calcola che le collisioni prodotte potranno generare un flusso di informazioni confrontabile a quello del traffico telefonico mondiale. A guidare e ad allineare i fasci di particelle che corrono nella macchina ad una velocita’ vicina a quella della luce sono 1.600 magneti superconduttori. A rilevare i fenomeni della ”nuova fisica” dell’Lhc sono i quattro grandi esperimenti dell’acceleratore: Atlas e Cms (che danno entrambi la caccia al bosone di Higgs), Alice (che studia lo stato della materia nei primi istanti dell’universo, una frazione di secondi dopo il Big Bang) e Lhcb (che studia studia le differenze tra materia e antimateria).