Meteo Didattica: ecco perché forti temporali stanno colpendo l’Italia proprio nel weekend del solstizio d’estate

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Forti temporali, accompagnati da attività elettrica e grandinate, stanno flagellando diverse regioni italiane, eppure mancano le perturbazioni

Come da copione una serie di imponenti sistemi temporaleschi alla mesoscala in queste ore si sta sviluppando sulle regioni centrali e su parte di quelle settentrionali, fra l’est dell’Emilia e la Romagna, dove sono in atto intense manifestazioni temporalesche, accompagnate persino da grandinate e “downbursts” particolarmente intensi. Come abbiamo avuto modo di imparare in questi giorni, in assenza di vere perturbazioni, questo marcato “forcing” di matrice “termoconvettiva” deriva, principalmente, dall’intenso “gradiente termico verticale” (forti contrasti termici in seno alla colonna d’aria) creato dal cavo d’onda transitato le scorse ore sopra i cieli italiani.

Spostandosi in direzione dei Balcani e della Grecia settentrionale questa saccatura, riempita di aria piuttosto fredda nella media troposfera, di tipo polare marittima continentalizzata, che dalla Scandinavia attraverso Germania, Repubblica Ceca e Polonia, scivola fin sui Balcani, è accompagnata dalla discesa di una serie di “anomalie positive della tropopausa” che dall’Europa centrale si muovono verso lo Ionio, scorrendo sopra il territorio italiano, dove instabilizzano l’intera colonna d’aria, favorendo l’insorgenza dei moti convettivi. Con il termine di “anomalia della tropopausa dinamica” si intende un’area con valori di vorticità potenziale sensibilmente differenti rispetto l’ambiente circostante.

Queste “anomalie positive della tropopausa”, molto comuni in vicinanza di circolazioni depressionarie in fase di lento colmamento, traggono origine da ondulazioni della tropopausa e diventano positive se si presentano nella parte più alta della troposfera, ma vengono costituite da aria stratosferica. Interagendo con l’ambiente sottostante, specialmente nel periodo estivo in presenza di intense anomalie termiche positive indotte dall’intensa insolazione, queste “anomalie della tropopausa” possono fungere da innesco per l’instabilità convettiva, determinando l’attivazione di forti moti ascensionali che favoriscono la nascita e lo sviluppo dei fenomeni temporaleschi, specie se in presenza di invasioni di aria stratosferica (aria secchissima in quota). Tali “anomalie positive della tropopausa dinamica” sommandosi alle infiltrazioni di aria più fresca in quota, in sfondamento dai Balcani meridionali e dalla regione danubiana, stanno contribuendo ad attivare un intenso “forcing” convettivo, di origine prevalentemente “termica” persino su gran parte dei rilievi dell’Appennino meridionale e sui monti più interni dell’Appennino centro-meridionale.

La presenza di una debole curvatura ciclonica delle correnti in quota, accompagnata da valori di vorticità positiva moderati, ha mantenuto in vita le condizioni ideali all’attività “termoconvettiva” sui rilievi e sulle aree interne delle regioni centrali e meridionali, favorendo lo sviluppo di grosse “Cellule temporalesche” e locali sistemi convettivi “Multicellulari”, composti da più “Celle” aggregate fra di loro. Questo tipo di temporali, associati all’instabilità dell’aria (e non a fronti o perturbazioni organizzate), si formano frequentemente nella stagione calda, fra la primavera (a cominciare dal mese di Aprile), l’estate e la prima parte della stagione autunnale, nelle regioni dove l’innesco dei moti convettivi (correnti ascendenti) è agevolato da estese calme orizzontali delle masse d’aria e dall‘intensa e prolungata insolazione diurna. Quando un’area piuttosto umida è stata esposta al lungo ad un forte riscaldamento, indotto dalla forte insolazione, l’aria umida preesistente presso il suolo tende ad ascendere verso l’alto, formando dei cumuli piuttosto elevati, dall’aspetto torreggiante.

In pratica l’intenso riscaldamento del suolo può formare delle grosse bolle d’aria più calda, rispetto a quella circostante, che tendono a salire verso l’alto andandosi a raffreddare negli strati superiori, condensando gran parte del vapore acqueo in esse contenuto. Si vengono così a creare le cosiddette “termiche“, intense correnti ascensionali che si espandono verso gli strati più alti della troposfera, anche sopra i 10-12 km alle nostre latitudini (a quote più alte sui tropici e all’equatore). Durante la giornata, il movimento ascendente delle masse d’aria, legato alle “termiche“, e l’instabilità atmosferica aumentano in modo sensibile. Tale situazione favorisce l’addensamento di masse cumuliformi, le parti superiori si innalzano sempre più, mentre le basi si anneriscono.

In questa fase la nube comincia ad assumere la forma di un grosso congesto che si evolve successivamente in cumulonembo, con la classica incudine lungo la sommità dell’imponente nube verticale. Dalla parte superiore sfuggono dei filamenti fibrosi che vengono chiamati “falsi cirri”. Proprio in questo momento ha inizio il temporale, il quale avanza lungo la direzione media dei venti prevalenti nella media atmosfera, attorno i 5000-6000 metri di quota. Dopo circa 30-60 minuti, ma alle volte possono trascorrere anche un paio di ore, la nube diminuisce progressivamente di volume e le precipitazioni cessano assieme all’attività elettrica. Quando la corrente ascendente che ha formato il cumulonembo si arresta, per la compensazione dello squilibrio termico che ha alimentato i moti ascensionali (tale compensazione può essere determinate dalle stesse precipitazioni), la parte superiore di quest’ultimo si sfalda in più pezzi formando dei banchi di altocumuli e nubi cirriformi in quota che vengono disperse dai venti regnanti nella media e alta troposfera.

Nella nube, all’inizio del temporale, si contrappongono ben due correnti adiacenti, una ascendente e l’altra discendente, denominate rispettivamente “updraft” e “downburst”. Al suolo, attorno alla zona dove si concentrano le precipitazioni, regnano correnti aeree divergenti, che con l’andar del tempo, cioè nella fase finale, estinguono ad ogni livello i moti ascendenti e così si stabilisce un generale moto discendente che dai medi livelli si butta verso la base, perdurando fino al cessare della precipitazione. Da lunedì queste “anomalie della tropopausa” dovrebbero essere in larga parte assorbite dal flusso dominante nell’alta troposfera, causando un graduale indebolimento dei “forcing” di origine “termica” nelle ore centrali del giorno e un ulteriore stabilizzazione della colonna d’aria anche alle quote superiori.

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