Missione Rosetta, adesso il lander Philae riuserà il trapano

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Missione Rosetta: ecco i prossimi passi del lander Philae

Non soltanto Philae e’ sveglio e ‘parla’ con la sonda Rosetta, distante da lui oltre 200 chilometri, ma si prepara a ‘tornare all’attacco’ per perforare il suolo della cometa con il suo trapano italiano. La missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) continua a stupire, conquistando primati senza pari nella storia dell’esplorazione spaziale. Il risveglio di Philae e’ ”una gran bella notizia! Non ce l’aspettavamo, anche se lo speravamo tanto. La realta’ ha superato le stime piu’ ottimiste”, ha detto Mario Salatti, il responsabile per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) dello SD2, ossia dello strumento che comprende sia il trapano sia il ‘laboratorio’ di analisi dei campioni. L’Asi e’ infatti uno dei responsabili dello strumento con le agenzie spaziali tedesca (Dlr) e francese (Cnes). Il trapano vero e proprio e’ tutto italiano, progettato dal gruppo del Politecnico di Milano coordinato da Amalia Ercoli Finzi e costruito dalla Selex Es (gruppo Finmeccanica). ”Un’altra perforazione si tentera’, anche se al momento non e’ possibile dire quando”, ha aggiunto. Ci sono circa quattro mesi di tempo, pari al periodo in cui la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko sara’ vicina al Sole, con temperatura e illuminazione ideali per il funzionamento di Philae.

rosetta philae ”Il lander sta funzionando e la potenza a bordo e’ buona”. Puo’ arrivare infatti a 23 Watt, contro i 19 necessari per accendersi e ricevere dati. Nei 300 pacchetti di dati inviati dal lander non ci sono informazioni scientifiche, ma elementi preziosi per sapere tutto della macchina, dalla posizione esatta all’energia disponibile. Grazie ad essi ”ora sappiamo che cosa fare per intercettare il suolo della cometa con il trapano”, ha spiegato l’esperto dell’Asi. Si sta infatti pensando ad una manovra per ruotare il lander in modo che i pannelli solari abbiano la massima esposizione possibile alla luce e che il trapano sia in una posizione ottimale per entrare in azione. ”Sappiamo di quanto dobbiamo ruotare Philae – ha osservato Salatti – e che la parete che ha di fronte non e’ piatta, possiamo quindi girarlo nella posizione ideale per azionare il trapano” Non solo, quindi, nulla e’ perduto, ma le cose potrebbero andare ancora meglio rispetto al programma iniziale della missione: ”se Philae fosse atterrato nel luogo previsto, avrebbe sicuramente inviato molti dati scientifici, ma a quest’ora sarebbe morto. Nella fossa in cui si trova – osserva Salatti – puo’ inviare dati proprio nella fase in cui la cometa e’ piu’ vicina al Sole”.

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