Le dinamiche atmosferiche che caratterizzano l’estate 2015
Proprio come avevamo previsto l’inizio dell’estate meteorologica è stato caratterizzato da un andamento piuttosto dinamico della circolazione emisferica, per il passaggio di una serie di grandi onde troposferiche risonanti (grandi ondulazioni anticicloniche ben strutturate nella media e alta troposfera) che sono riuscite ad estendersi, con i loro elementi più settentrionali, fino alla fascia temperata e le latitudini sub-polari, influenzando lo stato del tempo sull’area mediterranea.
Tale pattern atmosferico dominante lungo l’emisfero boreale, caratterizzato dallo sviluppo di grandi onde troposferiche risonanti, alimentati da intensi “forcing” dinamici d’origine sub-tropicale in quota, non subirà modifiche di rilievo da qui ai prossimi mesi. In poche parole l’estate 2015 sarà caratterizzata da questa continua “altalena termica”, tra fasi calde e soleggiate, a tratti anche particolarmente intense per la stagione, inframmezzate da rapide incursioni di aria più fresca e umida dalle latitudini nord-atlantiche, o dall’Europa settentrionale, in grado di innescare prolungate fasi di tempo instabile, come quella in atto in questi giorni sulle regioni settentrionali.
Inoltre, fino ad oggi, sulla fascia mediterranea sono mancate i solidi promontori anticiclonici di matrice sub-tropicale per una carenza di forzature di matrice tropicale indotte dalla “MJO”. Al momento l’intensità della “Madden Julian Oscillation” non riesce ad imporre il proprio peso nelle dinamiche tropicali in sede atlantica e africana. Pertanto, al momento, le forzature indotte dall’attività tropicale continueranno ad essere influenzate dalle anomalie termiche degli oceani. Queste anomalie, però, si modificano con grande lentezza, ciò fa ritenere che non ci saranno nel medio-lungo termine grandi stravolgimenti nella circolazione atmosferica. La notevole attività convettiva presente sul Pacifico centro-oriente continuerà ad alimentare robuste alte pressioni sub-tropicali sugli Stati Uniti.
Anche nelle prossime settimane, tra l’anticiclone sub-tropicale atlantico e quella nord-africano, continueranno a svilupparsi nuovi cavi d’onda (saccature colme di aria fresca oceanica) che interesseranno l’Europa centro-settentrionale, sconfinando su Francia, nord Italia, Europa centrale ed orientale. Come avevamo avuto modo di analizzare nei precedenti editoriali molto probabilmente questi continui alti e bassi delle temperature, potrebbe essere ragionevolmente spiegato in seno ad un complesso schema circolatorio emisferico che comincia a risentire dei primi effetti di “El Niño”, in fase di accentuazione sul Pacifico centro-orientale, è della “QBO” orientale (fase negativa), attualmente in azione.
In tale contesto mentre “El Niño”, in fase di intensificazione sul Pacifico centro-orientale, favorirebbe un incremento delle ondate di calore verso le medie latitudini, la “QBO-“, al contempo, continua a indebolire la figura del vortice polare troposferico, associandosi a significativi rallentamenti delle correnti zonali, alle medio-alte latitudini, con la conseguente instaurazione di flussi meridiani (veloci scambi di calore fra tropici e polo). Al contempo bisogna anche fare i conti con un vortice polare troposferico sempre più debole e instabile, duramente debilitato dal “final warming” d’inizio primavera. In questo caso il vortice polare si presenta posizionato con i propri elementi leggermente fuori asse rispetto la sua posizione geografica ordinaria, suddividendosi in più “lobi”, generalmente due o tre, che scivolano verso latitudini più meridionali, fino a coinvolgere le regioni temperate dove originano intense avvezioni.
Dall’inizio della primavera il vortice polare si presenta debole e disturbato, con quest’ultimo suddiviso in due o più “lobi” secondari che tendono a spostarsi verso le coste della Siberia settentrionale e l’Arcipelago Artico canadese. Le recenti ondate di caldo, seguite da improvvise e rapide avvezioni fredde che hanno riportato le temperature largamente sotto la media sulla Siberia centro-orientale, indicano che questa circolazione ad onde lunghe si è ormai ben collaudata sull’intera area euroasiatica. Del resto l’indebolimento parziale delle correnti occidentale si avverte soprattutto alle quote medio-alte della troposfera, con un forte rallentamento del ramo principale della “getto polare”, che sovente si presenta fra i 30° e i 60° di latitudine nord e sud, ai confini fra la Cella di Hadley e la Cella di Ferrel.
Perdendo buona parte della sua forma il “getto polare”, per una nota legge fisica, comincia ad ondularsi su se stesso creando delle grandi onde su scala planetaria, meglio note come le “onde di Rossby”. Le “onde di Rossby”, lunghe da 1.000 a 10.000 km, si formano con una precisa successione di tempi e tendono a muoversi da ovest verso est, con una velocità di propagazione che è direttamente proporzionale alla loro lunghezza e alla velocità media di spostamento delle correnti nell’alta troposfera. Questo rallentamento del flusso zonale sta comportando l’istaurazione di pattern atmosferici persistenti, con una continua alternanza tra saccature e promontori anticiclonici distesi lungo i meridiani che influiscono pesantemente sulle dinamiche atmosferiche, prolungando le fasi perturbate come i periodi siccitosi o le ondate di calore o di freddo.
Tale persistenza può dare luogo a pesanti ondate di caldo, intense avvezioni fredde, siccità o situazioni meteorologiche estreme, come eventi alluvionali e prolungati periodi di maltempo, che possono rimanere “stabili” per più giorni, settimane o addirittura mesi interi. Inoltre la presenza di una circolazione che si sviluppa lungo i meridiani, dovrà fare i conti con l’aumento dell’energia in gioco. Le avvezioni di aria fresca, a seguito del passaggio dei rispettivi cavi d’onda, scivolando di latitudine si troveranno a scontrarsi con masse d’aria sempre più calde (specialmente sopra le aree continentali), accumulate nei bassi strati dal maggior soleggiamento di stagione (massimi di insolazione), favorendo così lo scoppio di temporali particolarmente violenti.
Insomma, quello che tenderà a delinearsi sarà un contesto meteo/climatico molto instabile, dinamico e per certi versi inaffidabile, specie per quanto riguarda l’evoluzione modellistica elaborata verso il medio-lungo termine. Queste dinamiche qui menzionate ci lasciano supporre che l’estate 2015 vedrà questi continui sbalzi termici, fra ondate di calore e irruzioni di aria più fresca che si accompagneranno allo sviluppo di brevi ma intense manifestazioni temporalesche.