App e dispositivi da mettere al collo o sul polso, sono in grado di misurare la “quantità” di raggi UV che colpisce la pelle ed inviare un’allerta sul proprio smartphone se si supera la soglia massima sopportabile
La difesa dagli effetti negativi dei raggi del sole passa anche per la tecnologia. Lo ricorda il New York Times nel suo blog dedicato alla salute, in cui passa in rassegna app e dispositivi che monitorano la quantita’ di raggi UV dando avvisi sull’uso delle protezioni. Il dispositivo piu’ avanzato al momento disponibile e’ June, che ha l’aspetto di un gioiello e puo’ essere messo al collo o al polso. Lo strumento misura in tempo reale la quantita’ di raggi UV che lo colpiscono calcolando, anche sulla base delle caratteristiche fisiche di chi lo indossa, la quantita’ massima sopportabile prima di doversi coprire e la protezione solare da utilizzare, il tutto visualizzabile sul proprio smartphone.
Meno tecnologiche, ma anche meno care, sono invece delle fascette che si mettono al braccio e che cambiano colore quando la dose di raggi Uv che le colpisce supera quella di guardia. Diverse sono poi le app che in base alla localita’ e alle previsioni del tempo calcolano l’esposizione al sole, e avvertono quando si sta esagerando, come l’italiana ‘Salvati la pelle’ distribuita gratuitamente dalla Fondazione Melanoma. Tutta questa tecnologia, avverte pero’ Joseph Kevdar, dermatologo della Harvard University, non puo’ sostituire la volonta’ della persona di proteggersi. “Pensiamo che ricordare continuamente di coprirsi e usare la crema solare sia abbastanza – afferma – ma spesso non e’ cosi’, non bisogna confondere l’educazione con l’effettivo convincimento”.