“Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo preposti, abbiamo lavorato bene”, è orgogliosa AstroSamantha per il lavoro di squadra svolto durante la missione
La missione spaziale “Futura” dell’Asi è stata un pieno successo sia dal punto di vista della ricerca scientifica sia da quello personale. Lo ha detto in collegamento telefonico dalla Nasa di Houston, l’astronauta italiana dell’Esa e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti, che ha parlato con askanews della sua esperienza di 200 giorni trascorsi in orbita sulla Stazione spaziale internazionale. “Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo proposti come attività di ricerca – ha detto l’astronauta – oltre a tanti obiettivi di riconfigurazione e rifornimento della Iss. Abbiamo lavorato tanto e abbiamo lavorato bene”. “Da un punto di vista personale è stata la realizzazione di un sogno, un’esperienza davvero intensa – ha spiegato – dal punto vista professionale è il compimento di tanti anni di preparazione; la maggior parte della carriera di un astronauta si svolge sulla Terra in preparazione di una missione spaziale e in attività di supporto, però il coronamento di tutto il lavoro, per un astronauta è andare nello Spazio. Poi un bilancio molto positivo della missione Futura che coinvolge l’Asi, l’Esa, il programma Iss e la comunità scientifica italiana che ha contribuito al successo della missione”. “La prima volta che vedi la Terra dalla Cupola, a parte l’impatto molto intenso, è l’annuncio di un’avventura che inizia, di un periodo molto speciale, magico sulla Iss, di obiettivi da raggiungere, cose da imparare. Il portello che si apre a terra è la conclusione di questa missione, quindi se vogliamo c’è un senzo di gratificazione nell’aver portato a temine quest’avventura, e poi c’è un po’ di malinconia perché è il segno evidente che l’avventura è finita e ne inizia una nuova: riadattarsi alla vita terrestre e guardare al futuro”. “Il grosso della riabilitazione fisica è fatto, l’apparato vestibolare è tornato alla normalità. Il camminare è abbastanza normale mentre i primi giorni non lo è per niente. C’è ancora un 20/30% per il quale ci vorrà ancora parecchio tempo, penso per esempio alla corsa: io mi sento dei pezzi di legno al posto della gambe e anche i colleghi veterani mi hanno detto che per correre ci vogliono parecchi mesi”. “Il caffè spaziale è stata un’aggiunta all’ultimo momento alla nostra missione. Per fortuna sono riuscita a ricevere io stessa questa macchina da caffé molto speciale. Non è certo il caffè nella tazza con l’aroma e la crema ma sicuramente è un grande passo avanti rispetto all’istant-coffee delle buste standard che abbiamo a bordo. “Verrò privatamente in Italia nel periodo delle vacanze – ha concluso Samantha – e credo che inizieremo a fare attività formale di comunicazione post-flight in autunno, a partire da settembre/ottobre”.