Il nome e il logo della missione che vede protagonista la prima donna italiana a volare sulla Stazione sono stati scelti in seguito a due distinte ‘call for ideas’
La missione ‘Futura’ e’ la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), dopo ‘Volare’ di Luca Parmitano. Ha preso il via il 23 novembre 2014 con il decollo dal cosmodromo russo di Baikonour, in Kazakhstan: a bordo della navicella di trasporto spaziale Soyuz, direzione Stazione spaziale internazionale, c’erano l’astronauta statunitense Terry Virts della NASA, il russo Anton Shkaplerov della Roscosmos e l’italiana Samantha Cristoforetti dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Il termine della missione era fissato per il 14 maggio, ma la data ha subito uno slittamento in seguito al mancato attracco del cargo Progress M-27M – disintegratosi-, che ha apportato un cambiamento di tutte le attivita’ di docking e undocking sulla Stazione Spaziale Internazionale. La data del rientro e’ diventata cosi’ l’11 giugno. Cristoforetti e’ il settimo astronauta di nazionalita’ italiana a partecipare a una missione ed e’ la prima di sesso femminile. Prima di lei, nello Spazio erano volati Franco Malerba, Maurizio Cheli, Umberto Guidoni, Roberto Vittori, Paolo Nespoli, e Luca Parmitano. Il nome e il logo della missione che vede protagonista la prima donna italiana a volare sulla Stazione sono stati scelti in seguito a due distinte ‘call for ideas’, cui hanno partecipato appassionati dello Spazio seguendo le linee guida di Aeronautica militare, Asi ed Esa. I temi per la scelta di nome e logo erano legati ai concetti di ricerca, scoperta, meraviglia, scienza, tecnologia, esplorazione, ispirazione, avventura, viaggio, eccellenza, umanita’, lavoro di squadra, entusiasmo, sogno e nutrizione. Durante i suoi sei mesi e 19 giorni di permanenza a bordo il capitano dell’Aeronautica militare e ingegnere Cristoforetti si e’ dedicata agli esperimenti in condizione di microgravita’. Nove di questi sono interamente Made in Italy, frutto del lavoro di Asi, universita’, imprese ed enti di ricerca.
GLI ESPERIMENTI – Con l’esperimento ‘Nato’ sono state testate le contromisure per l’osteoporosi lavorando sul tessuto osseo a livello di nanoparticelle. ‘Drain brain’ si e’ occupato invece di realizzare un nuovo strumento diagnostico per le malattie neurodegenerative, osservando in microgravita’ il ritorno venoso dal cervello al cuore. Si occupa invece di variazioni sull’architettura cellulare ‘Cytospace’, “per osservare come la cellula si struttura nello spazio”, ha spiegato Cristoforetti, mentre ‘Bone/Muscle check’ ha avuto il compito di “validare un sistema semplice e innovativo per quantificare lo stato di debilitazione ossea tramite un prelievo salivare”. Una serie di esperimenti e’ espressamente volta alla cura e al miglioramento delle condizioni di vita degli astronauti a bordo della Iss. ‘Wearable monitoring’ si occupa di qualita’ del sonno, poiche’ “in orbita si verifica un influsso negativo sul sistema nervoso autonomo, forse per l’assenza di peso”. Di equilibrio e movimenti tratta invece ‘Blind and Imagined (Slink)’, mentre ‘Viable’ monitora la presenza di funghi e batteri negli ambienti della Stazione. ‘Orthostatic Tolerance’ ha avuto il compito di sviluppare contromisure favorevoli alla salute dopo il rientro a Terra basate su allenamenti fisici specifici. Infine, l’esperimento maggiormente riconoscibile come italiano, cioe’ ‘Isspresso’, la macchinetta per il caffe’ ‘spaziale’, e la stampante 3D. ‘Isspresso’ e’ figlia della collaborazione con Argotec e ha permesso di prendere il caffe’ a bordo, studiando la reazione dei liquidi ad elevate temperature e pressioni. Non si tratta di una semplice “macchinetta del caffe'”, ma di un complesso esperimento di fisica dei fluidi che impiega un dimostratore tecnologico estremamente sofisticato per validare un sistema in grado di garantire la difficile gestione in un ambiente spaziale di liquidi ad alta pressione e alta temperatura. ISSpresso e’ una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde, tra le quali anche il tipico caffe’ espresso italiano. L’esperimento consiste in una serie di cicli di erogazione di caffe’, espresso o americano, e in un flush di pulizia finale del sistema. ‘Pop 3D’ e’ invece la via italiana alla stampa tridimensionale in orbita.