Al congresso mondiale di oncologia a Chicago presentati i risultati nella forma non a piccole cellule
Una nuova arma contro il tumore del polmone in fase avanzata. È costituita da un nanofarmaco, nab-paclitaxel, che associato a carboplatino (un farmaco chemioterapico) ha dimostrato maggiore efficacia nel trattamento tumore del polmone non a piccole cellule squamoso (la forma più diffusa), in particolare nei pazienti anziani colpiti da questa malattia. La notizia viene dal 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) che si chiude oggi a Chicago. Negli Stati Uniti questa associazione rappresenta già uno degli standard di trattamento. Nel nostro Paese negli over 70 il tumore del polmone è la seconda neoplasia più frequente fra gli uomini (17%) e la terza fra le donne (7%). “Il dato riportato negli anziani è determinato dall’ottima tollerabilità e dalla minore tossicità del farmaco – spiega il prof. Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-ematologia dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino -. Con nab-paclitaxel, la concentrazione di paclitaxel libera nell’organismo è 10 volte superiore a quella di paclitaxel convenzionale, permettendo una maggiore esposizione al farmaco rispetto alla formulazione tradizionale. È in fase di studio l’utilizzo di nab-paclitaxel in mantenimento come agente singolo, dopo la prima fase del trattamento rappresentata dall’associazione con carboplatino”. Con 1.800.000 casi diagnosticati nel 2012, il tumore del polmone è la forma di neoplasia maschile più frequente al mondo, la terza per le donne dopo il tumore della mammella e del colon. Nel 2014 sono state stimate in Italia 40.000 nuove diagnosi (circa il 30% fra le donne). Rappresentano l’11% di tutte le nuove diagnosi di cancro nella popolazione generale (più in particolare, il 15% di queste nei maschi e il 6% nelle femmine). Negli ultimi anni si è registrato un progressivo e preoccupante aumento di casi nelle donne, dovuto al diffondersi del vizio del fumo. È infatti statisticamente dimostrato che il consumo di prodotti a base di tabacco sia responsabile dell’85-90% dei casi di neoplasie polmonari. La probabilità di sviluppare la malattia aumenta di 14 volte nei tabagisti rispetto ai non fumatori (e fino a 20 volte nelle persone che consumano oltre 20 sigarette al giorno). È una patologia subdola che, spesso, non presenta sintomi fino allo stadio avanzato. “Al Congresso ASCO – conclude il prof. Gridelli – sono stati presentati anche dati provenienti dalla pratica clinica americana che hanno confermato l’ottima tollerabilità di questa terapia e la possibilità di eseguire trattamenti anche di lunga durata. Inoltre, sono stati presentati dati preliminari molto confortanti sull’associazione di nab-paclitaxel con nivolumab, un nuovo farmaco immunoterapico. Si prospetta di particolare interesse l’interazione della chemioterapia target costituita da nab-paclitaxel con l’immunoterapia, una delle aree più promettenti del trattamento di questa neoplasia”.