“Tanti pazienti pensano che la perdita di appetito e di peso siano conseguenze inevitabili come conseguenza del cancro, ma questo non è più vero”
“C’e’ ancora molto da fare” sul fronte della nutrizione in Europa e in Italia, nei percorsi di terapia oncologica. Questo il messaggio che arriva da Maurizio Muscaritoli, docente di medicina interna alla Sapienza di Roma, impegnato nello studio della Coalizione europea dei malati di cancro (ECPC), realizzato anche grazie al contributo non condizionato di Lilly, presentato oggi a Bruxelles. “I risultati preliminari che ho presentato ci indicano chiaramente che c’e’ ancora molto da fare per migliorare la consapevolezza su queste tematiche e che i forti bisogni clinici e psicologici dei pazienti sono ancora largamente disattesi” racconta Muscaritoli. “Tanti pazienti pensano che la perdita di appetito e di peso siano conseguenze inevitabili come conseguenza del cancro (66%), ma questo non e’ piu’ vero, sappiamo che si possono prevenire tramite una nutrizione appropriata e una terapia farmacologica” afferma l’esperto. Inoltre secondo Muscaritoli “se l’alimentazione rappresenta un fattore critico per tutte le persone che si trovano ad affrontare un tumore, il problema e’ ancor piu’ sentito in caso di tumore gastrico, visto che il primo intervento e’ la gastrectomia, cioe’ l’asportazione dello stomaco”. Quale dieta deve seguire il gastrectomizzato e per quanto tempo, come si compensano le carenze di vitamine e ferro, oppure come si metabolizza l’alcol: queste alcune delle domande “a cui noi pazienti troviamo difficilmente risposta” aggiunge Claudia Santangelo, presidente dell’associazione ‘Vivere senza stomaco’, che ha vissuto sulla propria pelle il problema. Secondo le stime dell’Airc, in Italia ogni anno vengono diagnosticati 8.100 tumori allo stomaco negli uomini e 5.500 nelle donne.