Tumori: il 90% dei cittadini chiede un’informazione corretta

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Oggi è grande la ‘sete’ di notizie sulla salute. Il Presidente Carmine Pinto: “Media e clinici devono imparare a conoscere le reciproche esigenze per garantire una buona comunicazione”

L’89% dei cittadini sente l’esigenza di un’informazione medico-scientifica corretta. Ma per il 40% i media (giornali, Tv, Internet) non sanno rispondere a questa richiesta quando affrontano l’argomento “tumore”. Prevenzione primaria, diagnosi precoce e stato della ricerca sono i temi su cui gli italiani vorrebbero più notizie in campo oncologico. E il termine “tumore” per il 63% fa meno paura rispetto a “cancro”. Questi risultati emersi da un’indagine FAVO (Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) su più di 800 cittadini sottolineano l’esigenza di stabilire un nuovo rapporto fra clinici e media. “È compito di una moderna società scientifica anche diventare garante della buona informazione – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Per questo promuoviamo il primo corso per giornalisti medico-scientifici e oncologi. I due mondi devono imparare a conoscere le reciproche esigenze per rispondere alla richiesta di buona informazione da parte dei cittadini. Il giornalista si aspetta dalla medicina risposte chiare e certezze, mentre la medicina spesso produce dubbi e domande alle quali tenta di rispondere. È possibile trovare una mediazione tra il rigore del linguaggio scientifico e il carattere necessariamente divulgativo di quello giornalistico. Vogliamo offrire ai clinici gli strumenti per comunicare con i media. Un medico non deve temere di essere considerato poco professionale se parla ai cittadini con un linguaggio semplice e chiaro, semplificando le informazioni perché siano comprese meglio dal pubblico. In medicina la parola ‘cancro’ non ha più il significato di spettro e il suo volto è cambiato. Oggi si può guarire, le terapie sono rispettose della qualità di vita. Ed è responsabilità dei media, non solo dei clinici, far conoscere ai cittadini ciò che la scienza ha ormai conquistato: da molti tumori oggi si guarisce”. Il corso si svolge oggi e domani all’Università di Parma con il patrocinio dell’Ateneo emiliano e dell’UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). “Ogni giornata prevede due sessioni – sottolinea la dott.ssa Stefania Gori, segretario nazionale AIOM -. Nella prima il ruolo di docenti sarà svolto dai clinici. Fra i temi principali che verranno approfonditi: come divulgare in modo corretto i successi (anche parziali) della lotta contro il cancro; scegliere le notizie e regolarne il flusso; leggere un lavoro clinico; seguire un congresso internazionale e capire le novità; le nuove frontiere della lotta al cancro e la ricerca traslazionale. Il modo di comunicare i temi medico-scientifici negli ultimi decenni è cambiato radicalmente. Questi argomenti, fino a una ventina di anni fa, erano per definizione di nicchia e confinati nelle riviste specialistiche. Oggi invece è grande la ‘sete’ di notizie sulla salute”.

Secondo una recente rilevazione, il 32% degli articoli pubblicati nei principali quotidiani toccano, in qualche modo, temi medico-scientifici. Una percentuale impensabile fino a un ventennio fa. E, come evidenziato da un’indagine Censis, la salute si colloca al primo posto tra gli argomenti più interessanti scelti dai lettori dei settimanali (con il 26,8% delle preferenze rispetto al 20% di 5 anni prima), seguita da “tematiche femminili” (22%) e dalla cucina/gastronomia (21%). “Il cancro rientra fra i temi di salute più importanti ma dovrebbe essere affrontato al meglio – conclude il prof. Pinto -. È indispensabile che le notizie non vengano distorte suscitando speranze infondate o allarmismi pericolosi. Talvolta scienziati serissimi, per l’ansia di comunicare i risultati positivi di una nuova ricerca che forse darà frutti solo nell’arco di alcuni anni, enfatizzano le loro scoperte. E spesso i giornalisti, presi dalla frenesia della notizia, dimenticano che ad esempio la parola ‘imminente’ in medicina può significare anche cinque o dieci anni. Il giornalista scientifico non può sconfinare in una comunicazione superficiale e ad effetto, perché si occupa della vita delle persone. Informazione e medicina sono due facce della stessa medaglia, con un obiettivo comune: l’interesse dei cittadini e dei pazienti”. Nella seconda sessione del Corso le parti si invertiranno e i giornalisti insegneranno ai camici bianchi, ad esempio, il modo in cui comunicare la notizia medico-scientifica al pubblico, le tipicità dei diversi mezzi d’informazione (tv, radio, internet, agenzie di stampa, quotidiani e settimanali), come funziona il quotidiano e come utilizzare al meglio i new media.

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