I temporali di queste ore spesso vengono preceduti da fortissime raffiche di vento, scopriamo l’origine di questo fenomeno molto pericoloso in estate
Molti dei temporali che in queste ore stanno investendo il nostro territorio nazionale, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, sono accompagnati, o meglio preceduti da improvvisi forti, in qualche caso anche violenti, colpi di vento che vengono solitamente confuse con le trombe d’aria (soprattutto dai media). In realtà si tratta dei “downbursts”, forti raffiche di vento, lineari (e non vorticose), molto ristrette che precedono l’avanzata dei nuvoloni carichi di pioggia. Tecnicamente il “downburst” corrisponde ad un forte “downdraft“, ovvero una colonna d’aria in rapida discesa che però incontra la superficie del suolo perpendicolarmente tendendo poi ad espandersi orizzontalmente (divergenza) in tutte le direzioni.
Molto spesso la violenta espansione, paragonabile ad un improvviso scoppio (burst), spesso produce un vortice rotante o un anello di vento entro il quale si generano dei flussi di vento lineare ad elevata velocità ma di opposte direzioni, con notevoli turbolenze e componente piuttosto irregolare e rafficata. Essi si formano a seguito dell’intenso scompenso che si crea all’interno del temporale (che sia una Cellula singola o un complesso sistema Multicellulare) fra “updraft” (forte corrente ascendente che alimenta il cumulonembo) e “downdraft” (forte corrente discendente che si localizza nell’area delle precipitazioni) e nella maggioranza dai casi sorgono da nubi cariche di pioggia e forti rovesci, la cui temperatura è più bassa rispetto all’ambiente circostante. In queste situazioni si innesca cosi un “gradiente termico” che fa aumentare notevolmente la pressione nella nube temporalesca, causando un conseguente “gradiente barico” fra la zona temporalesca e le aree circostanti.
Tale differenza barica genera un intenso e turbolento flusso d’aria verso l’esterno che serve a bilanciare la pressione. In genere, in presenza di fortissimi “updrafts” l’aria trasportata dalle corrente ascensionali riesce a raggiungere la parte sommitale del cumulonembo (l’incudine), ghiacciandosi e divenendo molto più pesante e gelida rispetto le masse d’aria circostanti. Si forma cosi una sacca d’aria molto fredda e pesante che con il supporto della forza gravitazionale tende a ridiscendere molto rapidamente verso la base del cumulonembo impattando col suolo tramite le precipitazioni. Raggiunto il terreno le forti raffiche di vento originate divergono dal punto di impatto determinando delle forti e alle volte violente raffiche di vento con velocità e direzione mutevole a secondo delle zone. La presenza, nei bassi strati, di masse d’aria ancora molto calde, con valori al suolo superiori ai +33°C +34°C, sta determinando forti scompensi termici nelle aree interessate dai fenomeni temporaleschi, producendo furiosi “downbursts” che potranno presentarsi all’improvviso sotto violente raffiche di vento, capaci di superare la soglia dei 100-130 km/h (capaci di sradicare alberi di alto fusto e scoperchiare tetti di abitazioni).
Tali fenomeni, molto probabilmente, potranno essere erroneamente scambiati per false trombe d’aria. Per aggirare l’equivoco, ricorrente ad ogni intenso temporale di calore, occorre ricordare che a differenza delle trombe d’aria il “downburst” produce venti a linea retta (frequenti nelle Squall Line e Supercelle), per questo non è tanto difficile confonderli con qualsiasi altro tipo di fenomeno vorticoso. Bisogna poi tenere conto che questi fortissimi colpi di vento, quando raggiungono il terreno, sono caratterizzati da un prevalente divergenza e si estendono “orizzontalmente” su una larga fetta di territorio, mentre le trombe d’aria e i tornado causano una forte convergenza su un’area piuttosto ristretta.