Boom di zanzare per il caldo umido: l’esperto fa il punto della situazione
E’ stata una stagione d’oro finora per le zanzare. Le abbondanti piogge dell’inverno, insieme alle ondate di caldo torrido che hanno investito la Penisola nei mesi di giugno e luglio, hanno creato il mix perfetto per la proliferazione del fastidioso insetto. Non senza alcune novità. “In particolare nelle zone del Piemonte e del Ferrarese, ma in generale in tutte le aree paludose e umide – spiega l’entomologo Claudio Venturelli della Ausl Romagna – è stato registrato negli ultimi mesi il massiccio ritorno della zanzara delle risaie (ochlerotatus caspius), esemplare che deposita in luoghi asciutti le uova che una volta sommerse dall’acqua schiudono rapidamente nel giro di una settimana”. Cugina della tigre, la zanzara delle risaie è abituata a coprire grandi distanze.
“Anche 20 km – aggiunge Venturelli – infatti dalle campagne si sposta facilmente nelle città”. Ma c’è un altro fenomeno che gli entomologi al momento stanno studiando con particolare attenzione: la diffusione del virus west nile fever. In questo caso, l’insetto, l’italianissima culex, per essere pericoloso deve prima pungere un uccello già infettato, “soprattutto passeracei e vari migratori”, sottolinea lo specialista della Ausl. I sintomi della febbre sono simili a quelli della meningite: mal di testa forte e spossatezza costante. “Non si tratta di una malattia mortale ma certamente i soggetti già indeboliti da altre patologie sono a rischio – continua -. Solo negli Stati Uniti, da marzo il virus ha già colpito 45 mila persone. In Italia la situazione è sotto stretto controllo dalle aziende sanitarie e in particolare l’Istituto zooprofilattico di Teramo sul suo sito (www-izs.it) aggiorna le informazioni sulla diffusione del virus”.
Altri sorvegliati speciali in questo periodo sono i virus dengue e chikungunya trasmessi dalle zanzare tigre infette. “I casi riscontrati fino ad oggi riguardano persone che avevavo trascorso un periodo di vacanza in Sud America dove il virus è maggiormente diffuso – ricorda Venturelli -. Nel caso in cui si riscontrino i sintomi, in particolare febbre superiore ai 38° per diversi giorni, mal di testa, occhi e articolazioni, è importante consultare il medico di famiglia o direttamente l’ospedale dove, se il virus viene diagnosticato, è necessario essere ricoverati in isolamento, in ambienti controllati, per evitare che le zanzare pungano il paziente e infettare così altre persone.
Il decorso della malattia è lungo – afferma l’entomologo – intorno ai 2-3 mesi, a seguito dei quali la sensazione di spossatezza potrebbe persistere”. Il monitoraggio dell’arrivo di nuovi esemplari, provenienti da altri continenti, è inoltre ad opera dei fautori del progetto internazionale Life Conops che vede la collaborazione dal 2013 di specialisti italiani e greci insieme al coinvolgimento degli studenti delle scuole. Contro questi attacchi, gli enti locali iniziano solitamente a fare le disinfestazioni già a partire dai mesi di marzo e aprile. Ma al di là dei rimedi chimici, per evitare il proliferare degli insetti e quindi anche le dolorose punture, la regola aurea consigliata dall’entomologo è quella di evitare in giardino come in casa tutti i ristagni d’acqua anche se si è provveduto a fare la disinfestazione.