Il tema dell’efficienza energetica è sentito in Italia molto più che altrove
Il 64% delle aziende italiane ha investito in iniziative di efficienza energetica negli ultimi tre anni, ma senza una strategia che ricomprenda tutte le necessità dell’organizzazione. È quanto emerge dall’indagine internazionale condotta dall’ente di certificazione DNV GL – Business Assurance, in collaborazione con l’Istituto GFK Eurisko, su 1.557 professionisti di diversi settori in Europa, America e Asia.
L’attenzione è molto alta – soprattutto in materia di riduzione dei costi e dei consumi – ma manca ancora un approccio a tutto tondo.
GESTIONE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
Il tema dell’efficienza energetica è sentito in Italia molto più che altrove. I professionisti intervistati considerano che possa avere un impatto “sulla propria vita quotidiana” (85%; + 8% vs media), “sul proprio Paese” (89%; +8%) e “sulla società nel suo complesso” (92%; +13%) in misura superiore alla media.
Tuttavia, in linea con quanto avviene nel resto del mondo, anche le aziende italiane stanno impegnando risorse per l’efficienza energetica con un approccio tutt’altro che strutturato. Solo il 43% adotta strategie ad hoc e il 38% si pone obiettivi misurabili (-14% e -17% vs media).
Rispetto ai colleghi degli altri Paesi, inoltre, sono ancora meno gli italiani che affrontano le questioni di efficienza energetica prendendo in considerazione tutti i livelli organizzativi aziendali. Il 31% fissa obiettivi generici (- 6% vs media) mentre sono esigui i numeri di chi si pone obiettivi a livello di funzione (8%; -14%), di area (%; -10%) o di equipaggiamento (2%; -8%).
INIZIATIVE DI EFFICIENZA ENERGETICA: FOCUS SUL CONTENIMENTO COSTI
Le iniziative intraprese dalle società italiane, in linea con la tendenza globale, sono principalmente finalizzate al contenimento dei costi nel breve periodo. Gli investimenti per dotarsi di dispositivi più efficienti (42%) o per ridurre il consumo e i costi dell’energia (40%) sono le attività più comuni.
Manca una visione a tutto tondo: solo il 14% redige piani di energy management e – nonostante il focus sulla riduzione dei consumi – solo il 9% investe in attività per tracciare il dispendio energetico. Non sorprende che solo 1 azienda su 3 sappia quantificare i risparmi ottenuti dalle iniziative.
OSTACOLI E FUTURO
La necessità di destinare le risorse ad altre priorità (46%) e implementazione e mantenimento troppo costosi (33%) sono i fattori che frenano le aziende italiane sulla strada dell’efficienza energetica.
Tuttavia, il 56% dichiara che manterrà o aumenterà i propri investimenti in efficienza energetica in futuro. Ci si continuerà a focalizzare sulla riduzione dei costi e dei consumi ma con un aumento significativo anche in attività più strategiche: ad esempio la formazione del personale (30%; + 13% rispetto a oggi) o la preparazione di piani di gestione dell’energia (27%; +12%).
Ulteriori informazioni sono disponibili nella scheda Italia contenuta nel rapporto.
METODOLOGIA E CAMPIONE DI INDAGINE
L’indagine è stata condotta nell’aprile 2015 su un campione di 1.577 professionisti che lavorano presso importanti aziende nei settori primario, secondario e terziario in differenti segmenti industriali in Europa, America e Asia.
Il campione consiste di clienti DNV GL e non è statisticamente rappresentativo della popolazione delle aziende mondiali:
il 22% delle aziende coinvolte ha meno di 50 dipendenti, il 35% da 50 a 249 e il 43% oltre 250;
il 4% delle aziende opera nel settore primario, il 54% nel settore secondario e il 42% nel settore terziario.
Il 18% delle aziende appartiene a settori ad alto utilizzo di energia:
estrattivo e minerario; fornitura di energia elettrica, gas e acqua; lavorazione del legno e altri prodotti provenienti da legno e sughero; produzione di articoli di paglia e materiali intrecciati; produzione di polpa, carta e prodotti di carta; pubblicazione, stampa e riproduzione di materiali registrati; produzione di carbone, prodotti raffinati dal petrolio e combustibile nucleare; lavorazione di sostanze e prodotti chimici; produzione di gomma e prodotti plastici; produzione di altri prodotti minerali non metallici; produzione di metalli di base; riciclo.
Il campione comprende 67 aziende definite “leader”.
La classificazione di una azienda nella categoria “leader” è basata su un insieme di requisiti specifici definiti da DNV GL: avere una strategia di efficienza energetica; stabilire obiettivi di efficienza energetica misurabili; stabilire obiettivi di riduzione a livello aziendale, a livello di funzione, a livello di area; avere investito in iniziative di efficienza energetica negli ultimi tre anni; quantificare l’ammontare di risparmi energetici da queste iniziative; essere capaci di valutare il rapporto generale costi/benefici delle azioni intraprese. Maggiori informazioni sono disponibili nel Rapporto.
Il questionario è stato somministrato utilizzando la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).
DNV GL è uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale. Aiuta le aziende a garantire l’efficienza delle proprie organizzazioni, nonché di prodotti, personale, strutture e catene di fornitura attraverso servizi di certificazione, verifica, valutazione e formazione, affiancandole per consolidare performance aziendali sostenibili e alimentare la fiducia da parte degli stakeholder.
Il Gruppo DNV GL opera in oltre 100 paesi con 16.000 professionisti impegnati ad assistere con dedizione i propri clienti per rendere il mondo più sicuro, intelligente e verde.