Imponente supercella temporalesca flagella il Veneto, il tornado è stato di origine mesociclonica. L’analisi tecnica

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Una imponente “supercella temporalesca” nata fra il vicentino e il trevigiano all’origine dell’ondata di maltempo estremo sul Veneto orientale

L’enorme quantitativo di “energia potenziale”, rappresentata dallo strato di aria molto calda e umida accumulata in questi giorni sopra le pianure del nord Italia, in queste ore, con l’ingresso di aria meno calda di origine oceanica, sta evolvendo in “energia cinetica”, attraverso lo scoppio di violenti moti convettivi che stanno favorendo lo sviluppo di vari sistemi temporaleschi a mesoscala in azione sul Triveneto. Fra questi temporali, quello che nel primo pomeriggio odierno si è sviluppato sul Veneto orientale, tra il vicentino e le aree del trevigiano, spostandosi verso est è transitato su una zona caratterizzata da un elevatissimo “CAPE” (energia potenziale per l’attività convettiva) che ha fornito il carburante sufficiente per far scoppiare la convenzione.

Muovendosi in direzione del veneziano il sistema temporalesco a mesoscala ha iniziato ad evolversi in “supercella” non appena l’incudine dell’imponente cumulonembo è stata “intercettata” in quota, nell’alta troposfera, dal passaggio del ramo più meridionale del “getto polare”. Essa ha iniziato a roteare, assumendo le caratteristiche “mesocicloniche” che contraddistinguono la “supercella”. La “supercella” si distingue dagli altri fenomeni temporaleschi perché al proprio interno presenta un forte moto rotatorio antiorario che favorisce lo sviluppo di un intenso un “updraft rotante”, definito con il termine di “mesociclone”. Ogni sistema temporalesco che presenta uno spiccato moto vorticoso al proprio interno, tale da originare degli “updraft roteanti”, può venire identificato in una “supercella”. In genere questi potenti sistemi convettivi si possono formare solo in determinate situazioni sinottiche, in aree di forte instabilità atmosferica, con una forte convergenza fra venti di opposte direzioni nei bassi strati ed in presenza di un “Wind Shear verticale” considerevole, esacerbato dal transito nell’alta troposfera del ramo principale del “getto polare” o di un “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto”) ad esso collegato.

Nel caso della “supercella” di ieri osservata fra torinese e astigiano il grosso temporale si è sviluppato da un sistema convettivo a mesoscala, alimentato da aria molto calda e umida che è ascesa bruscamente verso l’alto (vuoi per l’irrompere di un passaggio frontale o di aria più fredda in quota dalle Alpi occidentali), alimentando potenti “updrafts” che hanno rinvigorito l’ammasso temporalesco, fino a farlo esplodere letteralmente verso il limite superiore della tropopausa. Dopo aver interessato diverse aree al confine fra trevigiano e veneziano, dove si sono verificate forti rovesci e grandinate, la “supercella” si è poi spostata verso la laguna Veneta, arrecando forti rovesci di pioggia, con rischio di grandine e sviluppo di fenomeni vorticosi che hanno duramente flagellato buona parte del veneziano, inclusa la città lagunare che nel tardo pomeriggio odierno è stata colpita da un forte rovescio di pioggia, accompagnato da grandine e forti raffiche di vento.

Purtroppo all’interno della “supercella” veneta i forti moti rotatori hanno favorito lo sviluppo di un tornado (di chiara origine “mesociclonica”) che ha impattato sulle campagne del veneziano, nell’area tra Dolo e Mira, causando ingenti danni, per abitazioni letteralmente scoperchiate, alberi di grosso fusto sradicati e autovetture letteralmente distrutte. Il tornado, probabilmente di classe F-1 F-2 sulla scala “Fujita”, si sarebbe successivamente dissipato in aperta campagna, nel momento in cui il margine più orientale del sistema “supercellulare” si allontanava verso la laguna Veneta e l’alto Adriatico, indebolendosi per il conseguente raffreddamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati, prodotto dalle intense precipitazioni.

Solitamente, come avviene spesso nelle “supercelle” padane, l’improvviso collasso del sistema avviene nel momento in cui il “Wind Shear positivo” che ha fatto nascere il “mesociclone” comincia ad indebolirsi, inibendo la vorticità positiva all’interno del sistema temporalesco che solitamente, nella fase di collasso, si trasforma nuovamente in un “Cluster” o in una “Cella” singola in lenta dissipazione.

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