350 persone si sono rese disponibili e un centinaio di loro, coadiuvati dalla protezione civile di Mira, hanno sgomberato le case e aziende dai detriti, ma non basta: “chiediamo l’attivazione del fondo di protezione civile nazionale”
A due giorni dal tornado che ha devastato la Riviera del Brenta l’appello dei sindaci di Mira, Dolo e Pianiga si unisce a quello del presidente della Regione Luca Zaia. “Anche questa mattina sono centinaia i volontari che stanno spalando macerie – commenta il sindaco di Mira Alvise Maniero – l’appello a Roma e’ semplice: i parlamentari italiani siano all’altezza della forza e del coraggio di questi ragazzi, spesso giovanissimi, fra cui anche decine di profughi ospitati nei nostri territori”. Sono infatti oltre una trentina i giovani immigrati arrivati in questi mesi in Veneto che stamattina si sono uniti agli altri volontari. Provengono dall’Ostello di Giare in comune di Mira ma anche da Padova, da Casa don Gallo e dalla Cooperativa percorso vita. “Ma quello che ha colpito di piu’ – dice Maniero – e’ stata la grande affluenza di ragazzi, a volte solo diciottenni, che si sono radunati in mattinata e hanno continuato ad affluire in municipio tutto il giorno; in tutto circa 350 persone si sono rese disponibili e un centinaio di loro, coadiuvati dalla protezione civile di Mira, hanno sgomberato le case e aziende dai detriti. “Chiediamo l’attivazione del fondo di protezione civile nazionale – continua Maniero – e di considerare con la massima attenzione la situazione delle attivita’ economiche coinvolte da questa catastrofe. Su tutto, e’ fondamentale che il sistema dei fondi per le zone colpite sia a gestione semplificata, l’interlocutore per le amministrazioni sul territorio deve essere diretto”.