Nella maggior parte dei casi non danno disturbi e vengono scoperti casualmente: colpiscono non solo le donne ma sempre più spesso anche gli uomini
Considerati tipici del sesso femminile, i problemi alla tiroide riguardano sempre piu’ spesso anche gli uomini. Tuttavia sono, otto volte su dieci benigni e quasi nel 20% dei casi, se trattati correttamente, tendono a regredire. E’ quanto emerso dal Congresso Clinical Update in Endocrinologia e Metabolismo (Cuem). “I noduli sono un evento molto frequente nella popolazione generale e interessano dal 30% al 50% delle persone”, spiega Sebastiano Filetti sulla base di uno studio italiano pubblicato su JAMA. “Nella maggior parte dei casi non danno disturbi e vengono scoperti durante controlli casuali. Di questi, l’80% sono formazioni benigne, il 16,5% hanno un profilo indeterminato da sottoporre quindi ad ulteriori controlli e solo il 3,5% presentano un sospetto di malignita’”. Nello studio multicentrico un gruppo di 993 pazienti e’ stato sottoposto a follow up con una ecografia annuale e controlli dei dosaggi FT4 e TSH evidenziando che, a 5 anni, il 66% dei noduli rimane stabile, il 15,4% cresce di dimensioni (sia pure lentamente) e il 18% tende a regredire. Solo il 9% dei pazienti invece ha presentato nuovi noduli al controllo. Il team di ricerca ha anche individuato un profilo piu’ a rischio di crescita. “Si tratta – aggiunge Filetti – di soggetti che hanno piu’ noduli, una eta’ inferiore ai 43 anni ed indice di massa corporea superiore a 28. Questi presentano un rischio maggiore di andare incontro ad un aumento di dimensioni del nodulo tiroideo”.