L’attività della cometa aumenterà nelle settimane successive all’avvicinamento e “vedremo come si modifica la superficie di una cometa a causa del riscaldamento del ghiaccio e della sua evaporazione”
La cometa di Rosetta pronta a ‘incontrare’ il Sole. La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko sta per raggiungere la minima distanza dalla nostra stella: alle 4,03 (ora italiana) del 13 agosto, le passera’ a 185 milioni chilometri di distanza. Ci vorranno altri sei anni e mezzo perche’ arrivi di nuovo cosi’ vicino al Sole. Sono attese immagini senza precedenti dalla sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, che gia’ nei giorni scorsi ha immortalato uno spettacolare getto di gas emesso dal collo della cometa. ”Per la prima volta seguiremo in diretta ‘l’accensione’ di una cometa e le osservazioni fatte in questa fase hanno un valore inestimabile” ha detto il coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Flamini. L’attivita’ della cometa aumentera’ nelle settimane successive all’avvicinamento e ”vedremo come si modifica la superficie di una cometa a causa del riscaldamento del ghiaccio e della sua evaporazione”. Per Ettore Perozzi, del Centro coordinamento sugli oggetti vicini alla Terra dell’Esa, stiamo assistendo al passo successivo rispetto a quello del 1986, quando la sonda Giotto e’ passata vicino alla cometa di Halley e ha confermato che questi oggetti sono palle di neve sporche. ”Ora – ha detto – vediamo da vicino il lento processo che porta alla formazione di chioma e coda di una cometa e potremo comprenderlo nei dettagli”. La fase di avvicinamento al Sole gia’ ha reso attiva la cometa e per questo Rosetta e’ stata spostata alla distanza di sicurezza di 300 chilometri. Le particelle di polvere, costantemente scagliate nello spazio, potrebbero infatti disturbare i sensori di orientamento e la navigazione del veicolo Spaziale. Non dovrebbe correre rischi invece il lander Philae, nato dalla collaborazione tra le agenzie spaziali di Germania (Dlr), Italia (Asi) e Francia (Cnes) e atterrato sulla cometa il 12 novembre 2014. Anche se sulla cometa le temperature sfioreranno gli 80 gradi, nel suo ‘nascondiglio’ Philae e’ in ombra e al fresco. Il lander e’ stato costruito per resistere a temperature fino a 50 gradi e ”nell’anfratto dove si trova – ha rilevato Flamini – e’ piuttosto protetto”. In realta’ il veicolo non era stato progettato per sopravvivere all’avvicinamento della cometa al Sole, e, secondo l’esperto il mancato aggancio alla superficie, che ha fatto rimbalzare piu’ volte Philae sulla cometa, portandolo in un luogo diverso da quello previsto, ”forse non e’ stato un evento cosi’ negativo”. Inaspettatamente la cometa potrebbe essere studiata sul posto anche durante la fase di raffreddamento. Si tentera’ di avvicinare di nuovo Rosetta a Philae in autunno, ha detto Flamini, quando dovrebbe diminuire l’attivita’ della cometa, per tentare di ristabilire i contatti con il lander e provare di nuovo a perforare la superficie.