Una rapida lettura degli ingredienti può aiutarci a valutare il contenuto di siliconi e parabeni, profumi e coloranti
Trend bio anche per le creme che ci proteggono dal sole. “Sull’onda del bisogno del ‘naturale’, del biologico, ecologico e pulito, anche i filtri solari si stanno adeguando alle nuove esigenze. E si comincia finalmente a parlare, anche per loro, di ecocompatibilità e dermocompatibilità”, spiega la dermatologa Pucci Romano, presidente Skineco, associazione internazionale di ecodermatologia. Alla ricerca della abbronzatura perfetta, non dimentichiamo la salute della pelle, e anche quella del pianete in cui viviamo. “Una rapida lettura degli ingredienti può aiutarci a valutare il contenuto di siliconi e parabeni, profumi e coloranti. Se l’Inci (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è troppo affollato meglio lasciar perdere”, raccomanda. Nella composizione delle creme anti-Uv “ci sono sostanze sotto osservazione, che destano qualche perplessità – sottolinea Romano – sulla sicurezza per l’ambiente e per la pelle: molecole che interferiscono con i meccanismi ormonali, i disturbatori endocrini, le nanoparticelle, sostanze come i derivati del petrolio, non biodegradabili, come i petrolati”. “Queste evidenze stanno favorendo una nuova posizione da parte di aziende cosmetiche produttrici di filtri solari che abbracciano il concetto di ‘sostenibilità’. E lo fanno adottando il ‘principio di precauzione’: anche se ancora mancano i dati scientifici che confermino l’allerta, ma sono presenti sufficienti indizi di tossicità riguardo a certi componenti, si sceglie di non usarli e si segnala tale scelta”. L’esperta ricorda come “sempre più dati ci confermano che tutto quanto danneggia l’ambiente fa male alla pelle e viceversa. Adottare il ‘principio di precauzione’ è un primo, grande passo per testimoniare il rispetto per l’organo più grande del nostro corpo, la pelle appunto, e per tutelare il nostro pianeta”. Tutte queste creme solari spalmate per proteggersi dagli effetti nocivi dei raggi Uv finiscono inevitabilmente in mare, dove hanno un ruolo tutt’altro che benefico, a seconda delle sostanze che contengono. Una ricerca dell’Università di Ancona, ad esempio, ha pubblicato dati sul ruolo dei filtri solari nell’avvelenamento e la morte delle barriere coralline: tra le sostanze accusate di avere una azione tossica sui coralli ci sono i parabeni, avvertono gli esperti. Queste sostanze, sempre meno utilizzate nei cosmetici, avrebbero “una azione ormonale, azione simil-estrogenica anche sull’organismo umano”. Le creme solari “vengono applicati sulla pelle estensivamente, più volte al giorno e per periodi prolungati – prosegue Romano – e come i filtri solari per le labbra, stick che spesso sono zeppi di petrolati, ossia derivati del petrolio come olio di vasellina o la paraffina liquida. Sarebbe meglio sostituire questi prodotti con altri che contengano un filtro solare fisico ed esercitino una azione emolliente sulla cute delicata delle mucose grazie a cere e olii naturali come la cera d’api”. Ecco i consigli della dermatologa: “Il nostro mantra è quello di un Inci corto, quindi preferire prodotti con pochi ingredienti. Vale sempre la regola del ‘meno è meglio’. Per i solari è possibile ottenere una efficace azione filtro dai raggi con filtri fisici, formati da ingredienti minerali come ossido e diossido di titanio, ossido di zinco a cui siano aggiunti i preziosi olii forniti dalla natura come quello di cocco, lino, argan, jojoba, e il succo di aloe, sostanze per evitare la disidratazione e l’invecchiamento precoce dovuto all’azione dei raggi Uv”. “Olii, cere e burri naturali – afferma Romano – sono idratanti e completamente biocompatibili e biodegradabili, mentre farei attenzione al ‘fai-da-te’ che nell’esposizione al sole può essere molto pericoloso: numerosi olii essenziali ed estratti sono infatti fotosensibilizzanti e possono causare dolorose scottature. Occhio anche ai conservanti, preziosi per l’integrità del prodotto nel tempo: è meglio scegliere quelli più rispettosi dell’ambiente come l’acido citrico e il sodio benzoato”. E dopo la spiaggia è “possibile alleviare eventuali arrossamenti con una generosa dose di prodotti a base di aloe, particolarmente ben accetta dalla pelle perché contiene fattori di crescita cellulari, quindi favorisce la riparazione dei tessuti”, conclude l’esperta.