I reperti e le testimonianze raccontano la tragedia della bomba atomica che colpì Hiroshima dopo 70 anni: “un’inferno di 1200- 1400 gradi celsius”, le persone “vagavano come fantasmi e gli cadevano brandelli di pelle”
Oggi alle ore 8.15, ora locale, presso il parco Memoriale della Pace, migliaia di persone hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare la tragedia della bomba atomica, sganciata dagli americani durante la seconda guerra mondiale su Hiroshima. Partecipi al 70esimo anniversario della tragedia non sono stati solo gli abitanti della città giapponese, o le più importanti autorità istituzionali delle potenze mondiali ma l’intero mondo: proprio 7 decadi fa in quel minuto preciso, Hiroshima scompariva sotto il boato della bomba atomica, rasa al suolo in una manciata di secondi.
Tra i presenti alla celebrazione di stamani, l’ambasciatrice americana in Giappone, Caroline Kennedy, e il sottosegretario di Stato americano per il controllo delle armi e la sicurezza internazionale, Rose Gottemoeller, rappresentanti di altre potenze come l’Inghilterra, la Francia, la Russia.
Ancora oggi, le parole di chi in quell’inferno di oltre mille gradi l’ha vissuto riecheggiano come fossero un monito affinchè non si ripeta più un atto del genere nella storia dell’umanità. Nelle immagini a corredo dell’articolo, alcuni dei testimoni di quell’ infernale 6 agosto di 70 anni fa. Horie Soh aveva solo cinque anni, e quella mattina era uscito con sua sorella maggiore per una passeggiata. Ancora oggi ricorda “mia sorella mi ha protetto con il suo corpo”. Ed ancora, Kotani Takako, che aveva solo 6 anni. Ricorda come il cielo azzurro si è trasformato in un inferno in pochi secondi. Miracolosamente sopravvisse anche se la sua casa fu completamente distrutta, ”C’ erano persone che vagavano come fantasmi in ogni dove. La pelle gli cadeva a pezzi dalle braccia e dalle gambe. Mi chiesero dell’acqua ma non riuscci ad aiutarli”.
Nakamura Motoko aveva 11 anni quando la bomba ha colpito Hiroshima. Lei era a scuola, a soli due chilometri dall’epicentro della bomba. Non è stata gravemente ferita, ma ha portato per tutta la vita i segni della bomba, infatti le è stato diagnosticato un tumore con cui ha convissuto per quasi tutta la sua vita ed anche sua figlia è vittima del cancro, dovuto alle radiazioni che sono rimaste nel territorio per decenni e che hanno compromesso la vita dei sopravvissuti e dei nuovi nati.