L’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna si dice soddisfatto del piano nazionale contro il dissesto geologico ma sottolineano che non bastano gli interventi, ma occorre anche “l’educazione ambientale nelle scuole ha un ruolo importante, così come si dovrebbe ripensare all’efficacia dei Piani di Protezione civile”
L’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna plaude al Piano contro le alluvioni nelle città metropolitane (stralcio del Piano nazionale 2015-2020 contro il dissesto idrogeologico) varato dal Governo e pure alla Regione Emilia-Romagna che si è fatta trovare pronta nelle definizione delle priorità di intervento. Tra i primi cantieri che partiranno già alla fine del 2015, ci sono quelli che riguardano la riprolifatura degli argini dei fiumi, la messa in sicurezza della pianura bolognese e il ripascimento del tratto di costa tra la provincia di Ferrara e quella di Rimini, in difesa dall’erosione. A seguire, nel 2016 sono previsti interventi nella cassa di espansione del Baganza a Parma, il completamento di quella sul Senio in territorio romagnolo e altri intervento nel bolognese.
“E’ un primo segnale importante e da noi atteso – commenta Gabriele Cesari, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna -. Il Governo Nazionale inizia a concretizzare gli impegni che si è preso due anni fa con l’insediamento dell’Unità di Missione Italiasicura, avendo individuato nel tema del dissesto idrogeologico una priorità da affrontare”. Dal canto suo, “la Regione Emilia-Romagna e i suoi Servizi Tecnici – aggiunge Cesari – si sono fatti trovare pronti alla richiesta di definire priorità di intervento e presentare progetti cantierabili”. L’Ordine dell’Emilia-Romagna ora attende “che venga reso noto lo stralcio del Piano che riguarda le frane, visto che nella nostra Regione sono fenomeni molto frequenti ed espongono al rischio una parte significativa della popolazione che vive nel nostro Appennino”. Tuttavia, il presidente Cesari fa notare come tutto ciò non possa bastare.
“Le risorse economiche – continua – non sono sufficienti se gli interventi programmati non vengono realizzati con criteri di efficienza e un adeguato inserimento territoriale. A settembre usciranno i criteri di progetto che Italiasicura ha elaborato e che sono stati coordinati dal presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano”. Tali criteri “permetteranno di valutare la bontà delle opere in programma o in corso di realizzazione, in particolare per quanto riguarda il delicato tema della difesa della costa. Siamo convinti – sottolinea Cesari – che in questa fase la nostra Regione abbia molto bisogno di professionisti ed imprese; per questo motivo, abbiamo già dato la nostra disponibilità a lavorare sugli interventi annunciati e su molti altri che devono ancora essere progettati”. Come già sottolineato da diversi esperti del settore, gli interventi programmati dal Governo da soli non bastano a ridurre i rischi territoriali a cui la popolazione è sottoposta, e questo anche in conseguenza dei cambiamenti climatici. “La prevenzione – precisa Cesari – presuppone conoscenza geologica diffusa sui territori e capacità di programmare, pianificare, riqualificare l’uso del territorio a partire da questa conoscenza. Crediamo quindi che la revisione della legge regionale sull’Urbanistica debba proprio partire da qui”. Inoltre, aggiunge il presidente dell’Ordine, “ribadiamo la richiesta di inserire la figura del geologo nelle amministrazioni locali che manca in troppi Comuni anche di questa Regione”. “La prevenzione – conclude Gabriele Cesari, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna – deve infine arrivare alle comunità, ai cittadini, che devono avere maggiore conoscenza dei rischi e consapevolezza dei comportamenti da tenere in caso di calamità. Per questo motivo, l’educazione ambientale nelle scuole ha un ruolo importante, così come si dovrebbe ripensare l’efficacia dei Piani di Protezione civile: divulgare una sintesi del Piano alle famiglie è più utile che tenerli nel cassetto. Per tali scopi riteniamo molto utile la ‘Giornata nazionale per la divulgazione dei rischi geologici’ che il Consiglio nazionale dei Geologi ha organizzato per domenica 6 settembre”.