“Tutto quello che in qualche modo è collegato con le scelte di green economy e di uscita da fonti fossili permette di trovare delle soluzioni che non annullano il rischio però lo riducono enormemente”
Ridurre l’impatto sulla montagna, territorio bello ma fragile, con la green economy. Così Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente, ricorda all’Adnkronos l’importanza della tutela della montagna nel giorno in cui si registrano tre vittime a causa della frana che ha colpito la zona di San Vito di Cadore, in provincia di Belluno. “Rispetto a eventi come frane e inondazioni, le leggi ci sono però bisogna applicarle e non vanno aggirate. E bisogna pensare che la montagna non è un parco giochi, è un luogo difficile e fragile”, ricorda l’esperta dell’associazione ambientalista che oggi ha pubblicato i risultati del monitoraggio della campagna Carovana delle Alpi, un’analisi dello stato di salute dell’arco alpino. “Ogni anno facciamo questa fotografia su tutto l’arco alpino fatta di racconti e informazioni che ci danno un’idea di quello che sta accadendo sulle Alpi – dice Bonardo – Noi stiamo osservando un modo di vivere la montagna con due facce opposte: da un lato c’è chi ancora pensa che la crisi della montagna si risolva proponendo le stesse scelte che hanno consumato il territorio in pianura. Dall’altro, invece, osserviamo un movimento fatto da amministratori, enti parco, piccole imprese, gruppi di volontariato che pensano alla montagna in modo diverso, cioè come un luogo bello ma difficile dove bisogna ragionare in termini di compatibilità e sicurezza”.
“La montagna per questa sua fragilità possiede molte più zone a rischio di quante ne abbiamo in pianura – prosegue – In pianura c’è il rischio delle alluvioni mentre in montagna, dovunque vai, c’è rischio frane. Quindi, tutto quello che in qualche modo è collegato con le scelte di green economy e di uscita da fonti fossili permette di trovare delle soluzioni che non annullano il rischio però lo riducono enormemente e permettono una buona qualità della vita per chi abita in montagna”. Fondamentale, dunque, ragionare “in termini di compatibilità, cercando di evitare di costruire in zone a rischio, costruendo in modo leggero, usando certi materiali come il legno, cercando di usare le fonti rinnovabili e la tecnologia: è un muoversi in modo leggero non impattante con grande attenzione alla montagna evitando la superficialità di questi tempi”. Insomma su questo territorio “si deve assolutamente intervenire in modo leggero, facendo attenzione a dove ci si trova e, volendo sintetizzare, la green economy è l’ideale e molti ci stanno provando”.