“Come sono sopravvissuto senza cibo? Ho mangiato acetosella, un’erba che conosco molto bene”
Il 71 enne Aldo Braido, di Daiano (Trento) disperso per nove giorni a 2.000 sul gruppo dolomitico del Lagorai, ha raccontato in ospedale dov’e’ ricoverato di essere riuscito a sopravvivere alimentandosi con erba di bosco e corteccia di abete. Dalla mattina del 30 luglio era sparito da casa e non dava piu’ notizie; nove giorni e nove notti passati all’aperto. “Come sono sopravvissuto senza cibo? Ho mangiato acetosella, un’erba che conosco molto bene”, ha detto Braido intervistato dalla stampa locale. E la sua salvezza e’ stata la corteccia di abete, che gli tenuto regolare la glicemia. “Sono partito giovedi’ mattina alle 7 il 30 luglio scorso con la corriera da Capriana -racconta al cronista dal letto dell’ospedale- per dirigermi verso i laghi di Bombasel, zona che conosco come le mie tasche, perche’ li’ sono stato 10 anni a lavorare come pastore delle mucche”, ha raccontato Braido, che a un certo punto si e’ trovato in una zona impervia e scoscesa:. “Mi sono spostato a est per raccogliere le gemme di pino mugo per fare lo sciroppo ed ho perso il sentiero. Sono scivolato, ho sbattuto la testa, perdevo sangue, avevo ferite anche alle gambe. Sono finito in un piccolo anfratto, dal quale non riuscivo a risalire. Si era anche messo a piovere e l’erba era bagnata. Ho passato la prima notte in quella buca in piedi con l’ombrello. Il giorno dopo non riuscivo a stare sulle gambe e dovevo muovermi a quattro zampe come fanno i bambini piccoli. Avevo anche finito le provviste”. Braito ha provato a chiamare il 118 con il cellulare, ma non c’era campo. “Ho urlato per ore con quanta forza avevo in gola per chieder aiuto, ma nessuno mi sentiva”. Sabato mattina, quando ormai era allo stremo delle forze dopo essere riuscito a tirarsi fuori dal canalone dove era scivolato, e’ arrivato un soccorritore, Giulio Delladio, di Tesero (Trento) che lo ha caricato sulla sua auto e portato alla Croce Bianca di Tesero.