“Punto nel Vivo”: cosa fare in caso di punture di api, vespe e calabroni

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Soprattutto in estate sono le punture di api, vespe e calabroni le più frequenti cause di reazioni allergiche. Conoscere la differenza tra una normale reazione ad una puntura e una vera reazione allergica può salvare la vita

Scilla e la Calabria partecipano alla prima edizione della campagna d’informazione “Punto nel Vivo”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’esistenza, le caratteristiche e le terapie delle reazioni allergiche da punture di imenotteri. Un “ordine“, quello degli imenotteri, che comprende oltre 100.000 specie d’insetti, tra i quali, i più noti e comuni sono api, vespe e calabroni.

“Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti – dichiara il Dott. Marcello Cilia, Dirigente Medico Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica presso il Servizio di Allergologia della Casa della Salute Scillesi d’America di Scilla – ma si stima che l’’allergia al veleno di Imenotteri possa provocare reazioni locali estese (dal 2,4% al 26%) o reazioni sistemiche più o meno gravi (dall’1% al 8,9%) di tipo respiratorio e cardiocircolatorio che si possono complicare fino alla morte: circa 10-20 decessi all’anno accertati in Italia. L’esposizione, per motivi di lavoro, a questi insetti è certamente il primo fattore di rischio. È importante che agricoltori, giardinieri e apicoltori, conoscano questa allergia e come comportarsi in caso di reazioni allergiche. Con l’estate ed il gran caldo, però anche tutti gli amanti dell’aria aperta diventano soggetti esposti a questo tipo di allergia. Non bisogna dimenticare che i soggetti più a rischio sono gli anziani e i cardiopatici perché, in caso di reazioni sistemiche o shock anafilattico, hanno una ridotta capacità di recupero. È importante riconoscere le diverse reazioni. Se, dopo una puntura, si rileva un pomfo (gonfiore) di pochi centimetri e che sparisce nell’arco di poche ore si sta semplicemente sviluppando una reazione normale al veleno dell’imenottero che ci ha punto. Se invece il gonfiore supera i 10 cm di diametro, più o meno la dimensione del palmo della mano, e persiste per oltre 24 ore è consigliabile rivolgersi a un allergologo”.

L’iniziativa “Punto nel vivo” è promossa dai “25 esperti” che fanno riferimento ai principali Centri Allergologici Specializzati nella diagnosi e terapia dell’allergia al veleno di imenotteri, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti (www.federasmaeallergie.org) e realizzata con il contributo incondizionato di ALK-Abellò (www.alk-abello.it).“

Punto nel vivo, flyer e poster in oltre 150 pronto soccorso italiani

ape fiorePer tutti i mesi estivi verrà diffuso in oltre 150 pronto soccorso italiani materiale informativo sulla allergia al veleno di imenotteri, con l’obiettivo di favorire la conoscenza di un idoneo percorso diagnostico e terapeutico, realizzabile attraverso una stretta collaborazione tra personale del pronto soccorso e specialista allergologo. “Se consideriamo tutte le reazioni allergiche più gravi che arrivano al Pronto Soccorso indipendentemente dalla loro causa – prosegue il Dott. Ciliauna quota considerevole, che arriva fino al 34%, è causata dal veleno di imenotteri. Pur non esistendo dati epidemiologi italiani certi, secondo uno studio americano analizzando la tipologia delle reazioni allergiche da punture di imenotteri che richiedono l’accesso al Pronto Soccorso, si ha uno spaccato che vede nell’accesso al Pronto Soccorso circa il 58% delle reazioni locali, il 42% di reazioni sistemiche di cui 18% di grado severo. Con la campagna Punto nel Vivo i pazienti potranno trovare del materiale informativo presso i Pronto Soccorso di Scilla, di Reggio Calabria, di Polistena (RC), dell’ Ospedale Civile San Giovanni di Dio di Crotone, dell’ Ospedale G. Jazzolino di Vibo Valentia, dell’ Ospedale Pugliese di Catanzaro  e dell’ Ospedale G. Paolo II di Lamezia Terme. E’ già nata una collaborazione tra il Servizio di Allergologia di Scilla e i responsabili di questi PS e prossimamente partirà un progetto comune per la creazione di una procedura validata maggiormente standardizzata.

La collaborazione con i pronto soccorso presenti sul nostro territorio ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei cittadini su questa tipologia di allergia e sulle appropriate terapie per i pazienti a rischio. La prima è l’adrenalina autoiniettabile, un presidio salvavita, che l’allergico a rischio di reazione sistemica grave deve avere con sé e saper usare in caso di reazione anafilattica, così da poter guadagnare il tempo necessario per allertare il pronto intervento ed eseguire, presso le strutture dei pronto soccorso, le terapie del caso. L’altro messaggio che desideriamo veicolare è che esiste una cura per queste allergie. Si tratta dell’immunoterapia allergene specifica che, nell’arco di 3-5 anni, ma già dalle prime dosi, è in grado di modificare  la reazione immunitaria allergica, portando i pazienti ad uno stato di desensibilizzazione da ulteriori reazioni allergiche al veleno degli imenotteri”.

Facebook.com/puntonelvivo

La prima pagina Facebook dedicata all’informazione sulle reazioni da punture di imenotteri è una piazza virtuale dove le persone, con pochi click, potranno trovare informazioni semplici e pratiche per conoscere gli imenotteri, distinguere una reazione normale da una reazione allergica, valutare la sua gravità, comprendere quando è necessario avere a disposizione e come utilizzare l’adrenalina autoiniettabile, presidio salvavita, e conoscere le indicazioni per essere sottoposti all’immunoterapia allergene specifica (AIT), unica terapia in grado di “curare” questa allergia.

Punture da imenotteri i consigli degli esperti:

  1. Se venite punti da un’ape ricordatevi che il pungiglione è seghettato e quindi rimane infisso nella sede della puntura. Poiché nel caso dell’ape al pungiglione resta attaccata la vescicola velenifera, è opportuno estrarlo nel più breve tempo possibile per ridurre la dose di veleno iniettata. A tal fine ci si dovrà aiutare con una punta smussa (anche l’unghia) attuando un movimento dal basso verso l’alto; non andranno utilizzate pinzette o tantomeno afferrare sacca velenifera e pungiglione tra le dita poiché strizzando il sacco velenifero posto alla base del pungiglione si inietterebbe tutto il veleno contenuto nella stessa. Terminata l’estrazione del pungiglione, applicare del ghiaccio.
  2. I fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni sono principalmente: odori intesi (profumi), colori scuri dei vestiti, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. Va inoltre ricordato che i giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con gli imenotteri perché vengono abbassati i loro “corridoi di volo”
  3. In caso di reazioni che durano più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri è consigliabile una visita allergologica per stabilire se vi è una reattività allergica al veleno di imenotteri. Ricordatevi che è importante eseguire le prove allergiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività.
  4. In caso di reazione anafilattica mantenete la calma e allertate immediatamente il pronto intervento (il 118). Se avete con voi l’adrenalina autoiniettabile utilizzatela seguendo le prescrizioni del vostro medico.
  5. Anche chi si sta sottoponendo all’Immunoterapia Specifica per veleno di imenotteri dovrebbe portare con sé l’adrenalina auto iniettabile almeno fino alla prima puntura di imenottero, per essere certi della protezione clinica da parte dell’immunoterapia.

Per maggiori informazioni sulle iniziative della campagna e sui centri allergologici di riferimento è possibile consultare:www.facebook.com/puntonelvivo

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