Salute: la cannabis puà influenzare lo sviluppo del cervello degli adolescenti

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Il consumo di cannabis, secondo una ricerca,  interferirebbe con la maturazione della corteccia cerebrale negli adolescenti aumentando drasticamente il rischio dell’insorgenza di schizofrenia

Nella diatriba sui pericoli legati alla passione per lo ‘spinello’ entrano in campo due studi e un editoriale pubblicati su ‘Jama Psychiatry’. Nel primo lavoro un team di studiosi americani mostra che la cannabis può influenzare lo sviluppo del cervello adolescenti. David Pagliaccio, ricercatore già alla Washington University di St. Louis e ora presso l’Istituto nazionale di Salute Mentale di Bethesda, insieme ai suoi colleghi ha esaminato un gruppo di gemelli e fratelli (483, di cui 262 che non avevano mai fumato cannabis nella loro vita), attraverso interviste e scanner cerebrali.

Gli autori hanno scoperto che fra tutti i 483 partecipanti allo studio l’esposizione alla cannabis era legata a una amigdala sinistra più piccola e a un ridotto striato ventrale destro. Le differenze di volume erano comunque nel range di variazione normale. Ma queste differenze erano presenti anche nei fratelli ‘discordanti’, coppie in cui uno dei due era stato esposto alla marijuana e l’altro no. Ecco perché i ricercatori vogliono indagare ancora, per capire il ruolo di fattori che possono predisporre a cambiamenti neurali. Nell’altro studio Tomáš Paus del Rotman Research Institute di Toronto e il suo team hanno cercato di capire se l’uso della cannabis durante la prima adolescenza (entro 16 anni) è associato con variazioni nella maturazione del cervello nei maschi con un aumentato rischio di schizofrenia. Gli autori hanno esaminato i dati relativi a 1.577, riportando un’associazione tra consumo di cannabis nell’adolescenza e spessore corticale nei partecipanti di sesso maschile con un elevato punteggio di rischio schizofrenia. “I nostri risultati suggeriscono che il consumo di cannabis può interferire con la maturazione della corteccia cerebrale negli adolescenti maschi ad alto rischio per la schizofrenia”, scrivono gli autori. In un editoriale David Goldman del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism di Rockville aggiunge che “anche se i fratelli discordanti per consumo di cannabis sono risultati simili quanto a struttura del cervello, sarebbe sbagliato concludere che è sicuro consumare cannabis o, come si poteva erroneamente dedurre da un altro studio, che lo sarebbe per persone con il corredo genetico giusto o per le donne”.

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