Il geologo Carlo Tansi non è soltanto un grande esperto di sismologia: lavora per il Cnr ed è calabrese di Cosenza, quindi conosce le zone interessate dalla scossa sismica di stamattina (magnitudo 4.1 a 26km di profondità alle ore 09:27) meglio delle sue tasche. Ai microfoni di MeteoWeb spiega che “si è mossa la faglia dei laghi, quella che passa tra l’Ampollino e l’Arvo lambendoli. La sua direzione è da nord/ovest verso sud/est e si sviluppa su gran parte della Sila grande. E’ una faglia responsabile del forte terremoto del 9 marzo 1638, una scossa distruttiva con epicentro vicino San Giovanni in Fiore: provocò un migliaio di vittime in una zona non molto abitata, fu del decimo/undicesimo grado della scala Richter. E’ una faglia conosciuta: infatti è stata anche indicata nel Piano di Previsione e Prevenzione dei rischi della Provincia di Cosenza, zona nota e catalogata da questo punto di vista“.
Carlo Tansi ricorda come “a qualche chilometro di distanza, il 28 dicembre scorso abbiamo avuto il terremoto di magnitudo 4.4 sul bordo orientale della Valle del Crati. E’ una zona in cui le faglie stanno scricchiolando, ma non è il caso di fare inutili allarmismi. Sui terremoti non si può prevedere nulla, è sempre il solito discorso. Che in Calabria ci siano terremoti non è una novità, questi di magnitudo di poco superiore a 4 sono di magnitudo bassissime, in Giappone non farebbero neanche notizia, qui turbano i nostri sonni“.
Un tema, quello della prevenzione, su cui Tansi è molto sensibile: “non sono i terremoti ad uccidere, ma le case che crollano. E’ giusto che vivano con il terrore coloro che in Calabria hanno costruito le case abusivamente, sono circa 134.000 le abitazioni non censite dal catasto nella nostra Regione, questa gente deve avere il terrore del terremoto anche in caso di magnitudo non rilevanti. Invece chi ha costruito secondo la legge non deve avere nulla da temere, perchè le norme antisismiche sono molto stringenti. E’ un problema culturale. Altro aspetto importante è quello sulla vulnerabilità degli edifici pubblici e soprattutto delle scuole. E’ fondamentale spendere i soldi pubblici per mettere in sicurezza le scuole, che sono ad altissima vulnerabilità sismica“.