Il rover Opportunity ha ottenuto riscontri del fatto che in un antico passato l’acqua esistesse allo stato fluido sulla superficie di Marte
La prima volta che fu teorizzata la presenza di acqua, e forse anche di vita, su Marte e’ stato nel 1854, quando lo scienziato inglese William Whewell ipotizzo’ che sul Pianeta Rosso ci fossero mari. Ipotesi che fu poi anche sostenuta dall’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, quando teorizzo’ l’esistenza di formazioni scure e rettilinee, simili a dei canali, sulla superficie marziana. Tuttavia, queste teorie rimasero a lungo considerate fantascienza. Anche se non mancarono studi e ipotesi che ne sostenessero l’esistenza. E’ solo con le piu’ recenti missioni che pero’ la possibile presenza, anche solo passata, di acqua su Marte inizio’ a essere rivalutata seriamente. La missione Mars Exploration Rover trovo’ qualche indizio analizzando un materiale che si trova sulla Terra in presenza d’acqua, l’ematite; e osservando strutture sedimentarie compatibili con l’ipotesi che fosse del liquido ad averle create. Il rover Opportunity ha ottenuto riscontri del fatto che in un antico passato l’acqua esistesse allo stato fluido sulla superficie di Marte. Nel dicembre del 2006 Mars Global Surveyor ha fornito ulteriori prove fotografiche dell’esistenza di tracce erosionali sul terreno. Nel giugno del 2008 la missione Phoenix ha testimoniato la presenza di acqua allo stato solido sul pianeta rosso. Altre fotografie hanno mostrato letti di antichi fiumi, con isole che sorgevano al loro interno. Le osservazioni della sonda Curiosity, che ha raggiunto il Pianeta Rosso nel 2012, hanno fornito una prova della passata esistenza di corsi acqua sulla superficie di Marte, riprendendo immagini di affioramenti rocciosi interpretabili come sedimenti fluviali.
Ora con l’ultimo annuncio della Nasa, che conferma l’ipotesi della presenza di acqua liquida su Marte, gli scienziati sono sempre piu’ convinti che in alcune aree del Pianeta Rosso possano celarsi forme di vita marziane. Ma sara’ nel 2018, con la missione ExoMars dell’Agenzia spaziale Europea, in collaborazione con l’agenzia spaziale russa, che ci si aspetta di riuscire a ottenere indizi piu’ precisi e forse risolutivi di questo antichissimo mistero.