Oltre 15 milioni di africani vivono entro 5 chilometri dai bacini idrici, due terzi delle quali si trovano in zone soggette alla malaria
Un milione di africani si prendera’ la malaria quest’anno a causa della vicinanza con grandi dighe, una situazione che impone piu’ ampi sforzi nel combattere la malattia visto il gran numero di impianti di sbarramento in costruzione nell’Africa sub-sahariana. A lanciare l’allarme e’ lo studio dell’Universita’ australiana del New England pubblicato sul Malaria Journal. “Mentre le dighe portano chiaramente molti benefici, contribuendo alla crescita economica, al ridimensionamento della poverta’ e alla sicurezza alimentare, c’e’ bisogno di affrontare l’impatto negativo della malaria o queste indeboliranno la sostenibilita’ della spinta africana per lo sviluppo”, ha sottolineato l’autore della ricerca, Solomon Kibret. Da qui, la richiesta di includere misure per il controllo della malaria nella pianificazione delle dighe, fornendo zanzariere alle popolazione locali e introducendo pesce che mangiano le larve di zanzare nei bacini idrici. Oltre 15 milioni di africani vivono entro 5 chilometri dai bacini idrici, hanno riferito i ricercatori dopo aver studiato quasi 1.300 dighe, due terzi delle quali si trovano in zone soggette alla malaria. “Le dighe sono un’opzione importante per i governi affamati di sviluppo ma non e’ etico che a pagare il prezzo siano le persone che vivono nelle immediate vicinanze, con un incremento delle sofferenze e, in alcuni casi estremi, la perdita della vita”, ha sostenuto Matthew McCartney dell’International Water Management Institute. La malaria e’ tra i principali problemi di salute che colpisce l’Africa sub-sahariana dove si registrano 174 milioni di casi all’anno.