Alla scoperta di Gorizia, la città multietnica e ambientalista per eccellenza

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Tra musica e cibo sano, ecco Gorizia la città sorella della Slovenia

Bagnata dal fiume Isonzo e attraversata dal vento della Bora, Gorizia con i suoi 35.000 abitanti, è la città antica dalle grandi aree verdi, tra cui ricordiamo il Parco del Castello, la Valletta del Corno e il Parco di Piuma- Isonzo. La storia di Gorizia è piuttosto incerta, le prime notizie sono datate all’anno 1000, quando l’imperatore Ottone III la diede in dono al patriarca di Aquileia e al conte del Friuli. A Gorizia, il friulano diviene così la lingua maggiormente parlata. Di quest’epoca è il Castello, simbolo della città, che subì notevoli danni durante la Grande Guerra, ristrutturato in epoca fascista vedrà l’aggiunta di un nuovo simbolo, il leone veneziano. Attualmente è stato trasformato nel Museo del Medioevo goriziano.

showreel_castello_goriziaSuccessivamente, sotto il controllo dei Mosburg, Gorizia subisce un accrescimento della popolazione, dovuto ad una emigrazione della popolazione austro- tedesco, che contribuiscono a fare del tedesco la seconda lingua più parlata.Anni dopo, Enrico II riconosce a Gorizia lo status di città. Questo, però, non sembrerà impedirle di richiedere l’investitura feudale a Venezia, che influenzerà notevolmente Gorizia, anche dal punto di vista linguistico.

Nel 1500, con la morte del conte Leonardo, Gorizia fu data in eredità a Massimiliano I d’Asburgo. L’atto è ritenuto, però, invalido dal diritto internazionale di allora e da Venezia. I tentativi di riconquistare Gorizia, da parte dei veneziani, furono tutti vani e portarono così al passaggio diretto agli Asburgo, il cui controllo durerà fino al 1918.

luoghi di culto - sinagogaIl Seicento è un secolo di transizione, che vede l’apertura di numerose scuole gesuite, che contribuiscono alla diffusione dell’italiano e del latino. Alla fine del 1770, però, con la chiusura delle scuole gesuite, il tedesco diviene, nuovamente, la seconda lingua più diffusa, almeno fino all’invasione napoleonica, dove l’italiano è ripreso nelle scuole e nei pubblici uffici.  Il periodo che va dal 1700 al 1800 vede uno sviluppo sociale e culturale del Goriziano, in cui furono costruiti il Duomo, la Chiesa di Sant’Ignazio, la Sinagoga di Gorizia trasformata nel museo ebraico “Gerusalemme sull’Isonzo“, la Chiesa di San Rocco, la Chiesa di Santo Spirito e quella dell’Immacolata. Al 1700 risale anche il Teatro Verdi, luogo di numerose azioni irredentiste è ad oggi, il principale luogo di cultura della Città.

sfondo_sfumo_marronLa prima guerra mondiale trasforma Gorizia in una delle principali protagoniste. Nel 1914 è già in guerra, nonostante l’Italia entrerà solo nel maggio del 1915. Le truppe italiane occupano Gorizia nel 1916, ma la perdono con la disfatta di Caporetto nel 1917, per poi occuparla nel 1918.  Solo nel 1919 Gorizia è annessa al Regno d’Italia. A quest’epoca è stato dedicato il Museo della Grande Guerra. Nel 1927, Gorizia è proclamata capoluogo della provincia omonima. Con il fascismo, Gorizia vive periodo di sviluppo, in cui si ha una ricostruzione di strade e ferrovie, cimiteri, industrie, l’apertura del primo aeroporto e la creazione di una piccola “cittadella” sanitaria, in cui era, ovviamente, compreso l’ospedale.

A questo periodo corrisponde la snazionalizzazione del territorio, che prevede una italianizzazione di tutti gli sloveni, attraverso il divieto di insegnamento dello sloveno nelle scuole, che toccò le scuole diocesane solo dopo la morte dell’amato vescovo Sedej. La conseguenza estrema fu la deportazione non solo degli ebrei presenti sul territorio, ma anche degli sloveni e di molti altri stranieri, tra cui i croati, nei campi di concentramento. Nonostante la Resistenza nei confronti dell’esercito tedesco, Gorizia finirà sotto il loro diretto controllo. A nulla, sembrò servire il supporto dei partigiani jugoslavi, anzi questo provocò un aumento di deportazioni nei campi di concentramento. Alla fine della guerra, tre quinti del territorio fu annesso alla Jugoslavia, escluso il centro storico e gran parte della città che rimase sotto il controllo italiano. Durante questo periodo, Gorizia è soggetta alle persecuzioni di Tito, a causa di quella che fu definita come pulizia etnica, che porterà all’eliminazione di molti italiani innocenti, a causa dell’idea di vendicarsi delle vittime del fascismo e del nazismo. A causa di questo e delle vittime del fascismo, Gorizia sarà insignita con la Medaglia al Valor Miliare.

Con la fine del secondo conflitto mondiale, Gorizia intrattiene rapporti ottimali con la Slovenia.  La multi-etnicità, ha però, causato diversi scontri e guerriglie tra le diverse etnie. Gli scontri crebbero con l’avvento del fascismo, in quanto intensificò i sentimenti di odio e diffidenza nei confronti della componente slovena. Con la scomparsa della componente austro-tedesca e di quella ebraica, attualmente, vi sono più di 3000 stranieri a Gorizia. La sua multi-etnicità comporta, ovviamente, una diversità linguistica. A sopravvivere sono, perlopiù il friulano, il dialetto veneto e lo sloveno.

3332932138_f98c4a98ed_bTra gli eventi importanti, a cui non mancare se siete nelle vicinanze, ricordiamo l’evento internazionale di canto corale “C.A. Seghizzi”, in cui partecipano cori provenienti da tutto il mondo. Altro concorso internazionale, di notevole importanza è  il Concorso Internazionale di Violino “Premio Rodolfo Lipizer”, a cui partecipano i violinisti più importanti al mondo. Ancora il Dies Domini, dove vi è una rievocazione medievale nel borgo del Castello. Da non perdere, il festival vegetariano, evento annuale organizzato dall’Associazione Evergreen, in cui si invita i visitatori a riflettere su diversi temi ambientali e si educa i bambini al rispetto dell’ambiente, degli animali e alla lotta allo spreco attraverso laboratori di cucina. Infine, da non perdersi è l’evento “gusti di frontiera“, un evento enogastronomico, che si terrà dal 24 al 27 Settembre, in cui saranno aperti più di 350 stand e che quest’anno vedrà l’apertura del Salotto del Gusto, in cui saranno ospitati Benedetta Parodi e il giudice di Masterchef Carlo Cracco.  Tra i piatti tipici, che è possibile trovare nei vari eventi vi sono il cotechino con crauti, i gulash cioè una zuppa a base di carne, le frittate di erbe ed il dolce tipico natalizio la gubana.

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