Il permafrost è un terreno tipico delle regioni polari e di alta montagna il cui suolo è perennemente ghiacciato. Secondo studi recenti a causa del riscaldamento globale non per molto resteranno ghiacciati se continuiamo ad aumentare le emissioni di gas serra.Continuando a riscaldare il pianeta il permafrost sciogliendosi andrebbe ad innescare una serie di processi di feedback positivi che farebbe ulteriormente aumentare le temperature. Ma com’è possibile?
Il permafrost artico ad esempio in sé contiene un gran quantitativo di carbonio e metano. E’ stato stimato che se fondessero i suoli artici rilascerebbero in atmosfera 1700 miliardi di tonnellate di carbonio.
Alcuni scienziati britannici e statunitensi, tra cui l’economista Chris Speranza dell’Università di Cambridge e l’esperto in Scienze Polari Kevin Schaefer dell’Università del Colorado, in uno studio recente su quali sarebbero i danni economici prodotti dalla perdita del permafrost artico per via dell’aumento delle emissioni di gas serra (GHG) dimostra che essi ammonterebbero a 43 trilioni di dollari americani.
Il tentativo di dare un valore economico complessivo ai danni che provocherebbero i cambiamenti climatici futuri secondo gli scenari previsti dall’IPCC è un modo per far sì che i governi prendano sul serio il cambiamento climatico. Inoltre affermano che i processi di scioglimento dei suoli artici si stanno già verificando, tant’è che in Artide lì dove prima i terreni erano congelati ora si possono osservare enormi quantità di vegetazione.
Secondo il dottor Hope questi modelli previsionali scientifico-economici solleciteranno i governi a prendere decisioni più efficaci, dopotutto il vero motore di ogni azione governativa è sempre il denaro.