Coste che arretrano sempre più: anche l’ENSO fa la sua parte!

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Il cambiamento climatico che stiamo vivendo ha aumentato la vulnerabilità dell’ambiente poiché ha innescato una serie di processi che modificano in parte o del tutto l’habitat in cui viviamo. Quando pensiamo alle coste e vi associamo il riscaldamento globale ad esempio pensiamo all’erosione indotta dall’innalzamento del livello del mare e agli impatti che può avere sul territorio a 360 gradi. Molte persone associano l’erosione costiera solo ed esclusivamente all’innalzamento del livello del mare legato allo scioglimento dei ghiacciai ma è errato!

erosioneL’erosione è legata ad un insieme di fattori come ad esempio il moto ondoso e l’azione eolica, ma anche processi geodinamici. Anche l’intensificarsi delle perturbazioni rende più rapidi i processi di degradazione ed erosione. Una ricerca internazionale realizzata da 13 enti scientifici, il cui lavoro è stato recentemente pubblicato su Nature Geoscience, con chiari riferimenti all’impatto dei cicli climatici, ha evidenziato che decine di spiagge che si affacciano sul Pacifico a partire dal 1979 fino al 2012 manifestano una chiara ciclicità di avanzamento ed arretramento della linea di costa, correlata con i cicli climatici e soprattutto con l’ENSO (El Niño-Southern Oscillation). In condizioni di Niño e di Niña a seconda del settore del Pacifico che osserviamo possiamo notare andamenti differenti della linea di costa. In caso di Niña ad esempio, rinforzandosi l’alta pressione vicino il Perù e la bassa pressione vicino all’Indonesia, l’erosione costiera aggredirà le coste del Pacifico occidentale, risparmiando quelle del Pacifico orientale in cui è favorita la sedimentazione, facendo avanzare la linea di costa; viceversa avviene in caso di Niño in cui a soffrire l’erosione sarà l’America e l’Indonesia avrà la possibilità di “riprendersi”.

Ciò è legato all’azione delle tempeste persistenti provocate da Niño e Niña rispettivamente nei settori orientale ed occidentale del Pacifico equatoriale. Lo studio inoltre evidenzia che il riscaldamento globale provocherà  eventi El Niño e La Niña più estremi.

Ovviamente sommando l’azione sull’erosione costiera dei cicli climatici con l’attuale innalzamento del livello del mare legato allo scioglimento dei ghiacciai, non possiamo sperare nulla di buono.
Lo specialista di geomorfologia Andrew Short dell’University of Sydney infatti ha affermato che “è un doppio colpo: non solo si hanno onde grandi ma anche livelli del mare più alti, quindi le onde possono penetrare di più verso l’interno e causare ancora più danno”.

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