Ecco “Z-2”, la prima tuta spaziale per gli astronauti che andranno su Marte [FOTO]

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La NASA ha già presentato il primo abito cosmico che indosseranno gli astronauti nella prima missione spaziale marziana, probabilmente nel 2030

Il suo nome è “Z-2”, ricorda fortemente la tuta indossata da Buzz Lightyear, il celebre personaggio immaginario, protagonista dei film d’animazione della serie “Toy Story” ed è il primo abito cosmico per mettere piede su Marte. La Nasa, per garantire una maggiore libertà di movimento rispetto alle tute correntemente in uso presso la Stazione Spaziale Internazionale, unendo tecnologia e design, ha aperto nuovi orizzonti per l’abbigliamento spaziale, facendo scegliere ai contribuenti americani, tramite una campagna telematica a colpi di “like”, il modello che realizzerà per la sua futura impresa sul Pianeta rosso e gli ingegneri lavoreranno duramente per la creazione del primo prototipo, che sarà testato nell’ autunno 2014.

Nell’aprile 2013, l’ente spaziale americano ha annunciato che, a lavorare con esso e con l’Università di Filadelphia, sarebbe stata la società di ingegneria ILC Dover, che ha sviluppato le tute spaziali per il programma Apollo negli anni 60’ e quelle usate nelle missioni su Space Shuttle e ISS (International Space Station). Firmato il contratto di 4,4 milioni di dollari e partito il progetto dal quale uscivano tre soluzioni possibili con un impatto estetico leggermente diverso, pur mantenendo le stesse tecnologie di base, la Nasa ha lasciato che fossero i cittadini-contribuenti americani, via Internet, a scegliere il modello da riprodurre e la “corazza vincitrice”, con il 63,1% dei voti, è risultata il modello “Techonology”, che ha avuto la meglio sui modelli “Trends in Society” e “Biomimicry”.

La tuta marziana pesa 65 kg. (contro gli oltre 96,2 kg della tuta lunare) consentendo sicure e lunghe passeggiate all’insegna di una maggiore “leggerezza” rispetto all’antesignana tuta lunare, ha la parte superiore rigida, è realizzata in strati (quella lunare ne aveva ben 21) per proteggere l’organismo dai grandi sbalzi termici, ma soprattutto dagli impatti meteorici e dalle radiazioni. Per la costruzione, nell’intento di ottimizzare i costi, ci si avvarrà della prodigiosa stampa in 3D; e anche l’estetica risulterà davvero innovativa, con fasce luminose lungo il torace, oblò per proteggere la testa e consentire un’ampia visuale; disegni fosforescenti ripresi nei fianchi e nella parte posteriore. Il vestito sarà inoltre completato da un sistema automatico (Portable Life Support System) per garantire la vita (con ossigeno, acqua e sistemi di controllo), posto sulla schiena, diminuendo così anche  il tempo di preparazione per essere indossata.

Le prove sono già iniziate sia nella grande piscina del centro voli umani della Nasa di Houston, dove gli astronauti si addestrano, simulando l’assenza di gravità; che  in una camera che riproduce il vuoto cosmico. La principale novità del nuovo armamentario riguarda la possibilità di muoversi, potendo quindi camminare, piegarsi e raccogliere oggetti da terra in modo agevole. Altra novità di rilievo è relativa alla modalità di indossamento. Se fino ad oggi le tute, costituite da una parte superiore e una inferiore, si indossavano come vestiti, probabilmente, nel prossimo futuro, la tuta sarà costituita da un pezzo unico. La NASA incorpora nella serie Z elementi tipici dello sportswear e delle tecnologie indossabili, accostando il concetto di “moda” alle tute spaziali.

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