La proliferazione dei cinghiali in Italia sembra aver perso il controllo e con l’aumento degli esemplari purtroppo, aumenta il rischio di aggressioni ed incidenti per la popolazione; la Coldiretti manifesterà il 29 settembre nella Capitale per chiedere interventi definitivi
L’escalation dei danni, degli incidenti e delle aggressioni, che hanno causato purtroppo vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che quest’anno ha probabilmente superato il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla morte di un uomo di 65 anni che sembra provocata da un’aggressione subita da un cinghiale nelle campagne di Ferentino, alle porte di Frosinone dopo che appena un mese fa, l’8 agosto scorso, un’altra persona era stata attaccato e ucciso da un cinghiale sulle colline di Cefalù.
Siamo di fronte ad un problema di ordine pubblico in molte aree del Paese che va affrontato con urgenza e decisione e per questo la Coldiretti manifesterà il 29 settembre nella Capitale per chiedere interventi definitivi. Negli ultimi dieci anni – sottolinea la Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato poiché secondo l’Ispra sul territorio nazionale sarebbero stati presenti non meno di 600.000 cinghiali nel 2005 per passare a 900.000 nel 2010 ed ora nel 2015 sono oltre il milione secondo le stime della Coldiretti.
La sicurezza nelle aree rurali e periurbane – denuncia la Coldiretti – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime. Non è ormai più solo una questione di risarcimenti ma è diventato – precisa la Coldiretti – un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne ma anche nelle aree periferiche delle città. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte ai pericoli e ai danni provocati da cinghiali ma anche da nutrie, corvi ed altri animali selvatici gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. E’ stato anche elaborato dalla Coldiretti un documento di base per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo”.