Molti popoli hanno venerato la luna, innalzando templi in suo onore e rappresentandola simbolicamente. Ecco i culti lunari più importanti
Dopo il sole, la luna è il corpo celeste che appare con maggior evidenza ad una semplice osservazione del cielo. Essa, odiata, temuta o amata, è stata venerata da molti popoli che hanno dato vita a numerosi culti lunari. Le dee greche Selene e Artemide, le loro equivalenti Luna e Diana, dimostrano come le divinità lunari siano spesso femminili, ma si possono trovare anche divinità maschili, come Nama o Sin dei Mesopotamici, Thoth degli Egiziani, Men dei Frigi e il dio giapponese Susanowo.
La luna, adorata dagli Arabi sotto il nome di “al-Lâ t” che significa “nume dei numi”, per i popoli germanici era una cacciatrice che cavalcava nella notte attraverso la foresta e di giorno in luoghi isolati, sotto forma di una bellissima donna. I documenti medioevali germanici le danno il nome di Holda o Holle, “la benevola”, e la figura di una strega. Nel pantheon nipponico la Luna, chiamata Tsuki-yomi-no-kami, occupa uno dei posti più elevati insieme a Amaterasu, la dea del Sole.
Grandi e piccoli templi furono innalzati in suo onore. Possiamo ricordare il tempio della Dea Caelestis presso Cartagine, il tempio di Diana in Aventino ed il tempio di Efeso. Ancora oggi, nel centro dell’Africa, il popolo dei Watussi, venera la Luna. La più antica rappresentazione della divinità lunare era un cono o un pilastro di pietra, a volte di origine meteoritica. In aggiunta a questo simbolo, come emblema della luna, è stato utilizzato un pilastro di legno o un albero, a volte stilizzato.
L’albero lunare veniva spesso raffigurato ricoperto di frutta e luci, come il nostro Albero di Natale. In un’immagine assira è, invece, ricoperto di nastrini ed in alcune raffigurazioni micenee si vede il sacro olivo crescere in un santuario. Frequentemente l’albero lunare è sorvegliato o attaccato da animali o mostri (es. leoni, unicorni, capre, mostri alati).