La luna: un’incantevole musa per i poeti di tutti i secoli

MeteoWeb

Dai greci a Dante, da Petrarca a Leopardi, la luna ha da sempre ispirato i più illustri poeti nel corso dei secoli

La luna, nei secoli, è stata fonte di ispirazione poetica e filosofica: Luciano di Samosata, scrittore greco del II secolo d.C., nella sua “Storia vera”, immaginava il viaggio verso luna con una nave, mentre il secondo Canto del Paradiso di Dante sembra quasi un trattatello di scienza lunare. Dante ha un dubbio riguardo all’origine delle macchie lunari visibili dalla Terra.

LUNA POESIASecondo lui le diversità tra le parti luminose e quelle scure sono causate dalla diversa densità dei corpi, ma Beatrice dà una spiegazione di natura metafisica al fenomeno: la maggiore o minore intensità degli astri o di parti di essi è legata al diverso grado di compenetrazione nei cieli della virtù angelica. Petrarca fa della luna una metafora dei suoi stati d’animo malinconici e notturni; mentre la luna più romantica è quella di cui scrisse Giacomo Leopardi, il cui pastore errante, ne “Il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, si chiede: “Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi che fai, silenziosa luna?” La luna, dunque, è una presenza amica e consolatrice, dopo l’angoscia generata dalla coscienza del reale contrapposto all’eterno.

Nel dizionario etimologico della lingua italiana, l’italiano “luna” deriva dal latino “luna”, che avrebbe la sua origine nella radice indoeuropea “leuk” o “luc” che significa “splendere”. Il termine latino, quindi, equivarrebbe a “la luminosa”. Altri sostengono che il latino “Luna” sia la contrazione di “Lucina”, appellativo dato alle dee lunari Diana e Giunone allorché venivano in aiuto delle partorienti. Anche il tedesco “Mond” e l’inglese “Moon” derivano dal nome di una divinità, “Men”. Nella Letteratura italiana la parola “Luna” appare per la prima volta nel Cantico delle creature di San Francesco: “Laudato sì, mì signore per sora Luna e le stelle; …” nel 1224.

Facendo un grosso salto in avanti nel tempo, all’indomani dell’arrivo dei primi astronauti sulla luna, Giuseppe Ungaretti, per sottolineare l’importanza dell’evento, scrisse: “Questa è una notte diversa da ogni altra notte del mondo. Ogni uomo ha desiderato da sempre conquistare la luna…oggi è stato raggiunto l’irraggiungibile, ma la fantasia non si fermerà…”. Se con Galileo la luna è diventata un universo conoscibile, con Armstrong è diventata un universo fisicamente esplorabile ma da sempre e per sempre la luna sarà, per tutti gli uomini, un astro narrante, che racconta del cosmo e della sua armonia, del tempo e della sua regolarità, dello spazio e della sua profondità.

Condividi