Prime nevicate anche nella Russia asiatica, imbiancata la città di Bratsk
Con l’arrivo di Settembre il freddo comincia gradualmente ad impossessarsi dei vasti territori dell’Eurasia settentrionale. Lo scivolamento, verso latitudini più meridionali, dei primi affondi di aria fredda, di origine artica, sommandosi alla sensibile riduzione del soleggiamento diurno e all’allungamento della notte sul giorno, sta favorendo l’avvento delle prime gelate autunnale di stagione nella Repubblica di Jacuzia, nel profondo nord-est siberiano. In questi giorni, grazie all’elongazione fin sul mar di Barents del poderoso anticiclone di blocco che dal Mediterraneo centrale si estende sulla Russia europea occidentale, un primo blocco di aria fredda, di origine artica, è scivolato lungo il bordo più orientale di tale struttura anticiclonica, investendo il settore più occidentale della Repubblica di Jacuzia, la penisola di Tajmyr e l’altopiano della Siberia centrale, ha portato le prime nevicate di stagione sul comparto siberiano.
La neve fresca ha imbiancato buona parte della penisola di Tajmyr e un ampio tratto di pianura a nord dei monti Putorana, dove alcune cittadine hanno ricevuto il loro primo accumulo di neve al suolo della stagione. In particolare l’area compresa fra le cittadine di Bolocanka, Karaul e Golciha, appena a nord della città di Norilsk, ha visto le precipitazioni nevose più consistenti, con accumuli localmente prossimi agli 3-4 cm. Negli ultimi tre giorni diversi rovesci di neve, hanno imbiancato una ristretta area, nel settore settentrionale della Siberia centrale, fra la penisola di Tajmyr e i monti Putorana, dove gli affascinanti e sterminati boschi di conifere e i verdi paesaggi della taiga sono tornati a dipingersi di bianco, mentre le temperature sono tornate ad avvicinarsi ai +0°C. Ma con l’ulteriore discesa fin sulla regione del Bajkal dell’avvezione fredda proveniente dal mar Glaciale Artico la neve è comparsa anche molto più a sud, nella Bratskij rajon, nel cuore della Russia asiatica. Nel pomeriggio di ieri il primo intenso rovescio di neve di stagione ha imbiancato pure la città di Bratsk, situata sul fiume Angara nella Siberia centrale, 490 km a nord del capoluogo Irkutsk.
Il passaggio di un sistema frontale a carattere freddo, collegato ad una modesta circolazione depressionaria riempita di aria molto fredda di estrazione polare continentale, posizionata poco a nord della città di Bratsk, ha prodotto delle nevicate e dei rovesci di neve sparsi che hanno imbiancato gran parte del territorio attorno l’Oblast’ di Irkutsk. Nella giornata odierna, con la traslazione del suddetto sistema frontale verso est, le nevicate dovrebbero imbiancare fino a bassa quota parte dell’altopiano di Stanovoj, con possibili rovesci nevosi sparsi fino all’area attorno le città di Peleduj, Lensk e Mirny. Ma oltre alle prime nevicate in queste ultime notti continuano a divenire sempre più diffuse le gelate sulle sterminate lande della Siberia centro-orientale (le prime a raffreddarsi in questo periodo dell’anno). Il termometro nelle ore notturne scende abbondantemente sotto lo zero anche nel piccolo villaggio di Ojmjakon, nella Repubblica della Jacuzia, noto come uno dei principali poli del freddo per l’emisfero boreale, dove si raggiungono le temperature più basse, con punte anche sotto il muro dei -60°C. Nella giornata di martedì 15 Settembre 2015, grazie al cielo sereno e all’indebolimento della ventilazione da O-NO, Ojmjakon ha fatto registrare una minima di ben -10,2°C (finora la più bassa da inizio Settembre ad ora).
Ma nei prossimi giorni la colonnina di mercurio, nelle prime ore del mattina, in presenza di cieli sereni, bassa umidità e aria calma, potrebbe lambire i -11°C -12°C. Questo raffreddamento, entro fine Settembre, al passaggio del primo sistema frontale collegato al transito di una depressione artica facente capo al “lobo siberiano” del vortice polare, dovrebbe preparare il terreno adatto alla prima nevicata (bagnata) al suolo, pronta a lasciare i primi sottili accumuli sul terreno e a dipingere di bianco le meravigliose foreste di conifere che caratterizzano la Jacuzia. Ad Ojmjakon, dopo le gelate notturne di questi giorni, già si comincia a sentire l’odore di neve nell’aria.
Da queste parti per vedere la prima neve a quote molto basse, se non addirittura al piano, occorre solo il transito di un vasto nocciolo di aria gelida in quota, di natura artica, associata ad una profonda circolazione depressionaria in sede artica, direttamente collegata alla figura del vortice polare troposferico. L’aria gelida in quota, con valori sotto i -35°C a 500 hpa, scivolando sul territorio siberiano, sovrapponendosi al di sopra di un’area dove stagnano presso il suolo masse d’aria molto fredde, d’estrazione continentale, con uno “zero termico” attestato a soli 300 metri, in presenza di precipitazioni può assicurare nevicate con tanto di accumulo fino al suolo. Anche nel caso in cui la linea dello “zero termico” si attesti a quote non particolarmente basse.
In quest’ultimo caso solo in presenza di precipitazioni moderate o intense, sotto sfogo di rovescio, la quota neve può rapidamente spingersi fino al piano per il rapido rovesciamento dell’aria fredda in quota attraverso le stesse precipitazioni. Inoltre la presenza sul mar Glaciale Artico di vaste distese di acque libere dai ghiacci, a seguito della fusione estiva, non fa altro che trasmettere all’atmosfera sovrastante maggiori quantitativi di vapore acqueo che incrementa notevolmente le precipitazioni, rendendole anche più intense. Sovente i primi depositi di neve fresca al suolo determinano un consistente effetto “Albedo” che contribuirà ad accentuare notevolmente il processo di raffreddamento “pellicolare”. Ossia il notevole raffreddamento dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato che nei prossimi due mesi coinvolgerà da vicino gran parte del territorio siberiano, dagli Urali fino alle coste dell’estremo oriente siberiano, dove nei bassi strati comincerà a prendere forma l’anticiclone termico “russo-siberiano” (frutto di questo forte raffreddamento di tutto il comparto siberiano), la macchina che mette in moto la fabbrica del grande gelo dell’emisfero boreale da cui dipenderanno le sorti della prossima stagione invernale.