Ogni popolo ha le sue leggende sulle eclissi: dalla Cina ai Navajo, eccone alcune davvero suggestive
La leggenda più antica legata alle eclissi di sole risale a più di 4 mila anni fa ed è ambientata in Cina. A quei tempi si pensava che un gigantesco drago divorasse il sole e che interi eserciti dovessero essere pronti a combatterlo, nel caso in cui il sole iniziava a scomparire. La scomparsa del sole era interpretata come un tremendo segno di sventura per il Re, legittimato dal volere celeste. I cinesi, dunque, riuscivano a prevedere quando si sarebbero potute verificare le eclissi.
Molto famosa la storia di Hsi e Ho, due astronomi di corte che mancarono la previsione di un’eclisse non per imperizia ma perché ubriachi, ponendo a rischio la vita dell’imperatore. Per punizione, i due astronomi vennero giustiziati ma la loro vicenda è, forse, la testimonianza più remota di un’eclissi nella storia della civiltà: quella del 22 ottobre 2137 a.C. Un’eclisse fu, invece, interpretata positivamente, ponendo fine al conflitto tra Lidi e Medi che durava già da 6 anni. Mentre i due eserciti si affrontavano sulle sponde del fiume Halys, nell’attuale Turchia, il 28 maggio del 585 a.C. , improvvisamente il giorno si fece notte. A raccontarlo è Erodoto, nelle Storie, sostenendo che proprio quella eclissi fu predetta da Talete di Mileto…eclissi di cui Lidi e Medi non avevano, però, alcuna notizia.
I due eserciti, terrorizzati dall’evento, lasciarono cadere le armi e poco dopo i sovrani Aliatte e Ciassarre si affrettarono a stipulare una tregua che pose fine alla guerra fra i due popoli. Nella mitologia induista, invece, si narra che il demone Rahu si travestì da Dio per poter rubare un sorso di elisir che gli avrebbe donato l’immortalità. Ma il sole e la luna lo videro e avvisarono il dio Vishu che tagliò la testa al demone un attimo prima che l’elisir gli passasse nella gola. Da allora solo la testa di Rahu è diventata immortale e continua a inseguire il sole e la luna nel cielo per vendicarsi. Ogni tanto li raggiunge e li divora ed è allora che avviene l’eclissi. Ma siccome Rahu non ha la gola, il sole e la luna ricadono giù dal fondo della testa. Molto suggestivo il popolo dei Batammaliba, che abita in Togo e in Benin. Per questo popolo durante l’eclissi il sole e la luna litigano e la gente li incoraggia a fare pace.
L’eclissi, dunque, è vista come un momento per tornare a parlarsi, lasciandosi alle spalle litigi e rancori… credenza, questa, sopravvissuta sino ad oggi. Per i Navajo, invece, le eclissi rientrano nell’equilibrio naturale. Quando accadono ci si ferma per riconoscere che si tratta di eventi particolari e per riflettere sull’ordine cosmico. Alcuni Navajo seguono ancora i precedetti tradizionali: durante un’eclissi stanno in casa con la famiglia, intonando canti speciali per l’occasione e astenendosi dal cibo, dal bere e dal sonno. Vi è, inoltre, il divieto di guardare le eclissi, specie quelle solari, pena gravi conseguenze per gli occhi in futuro. I Vichinghi, invece, immaginavano una coppia di cani celesti che li inseguivano: quando uno dei due ci riusciva, ecco che si verificava l’eclissi. In Vietnam, è una rana o un rospo a divorare il sole o la luna, mentre secondo i Nativi Kwakiutl della costa occidentale del Canada è la bocca del Paradiso a consumarli.