“L’extra rischio di eventi cardiovascolari legato al diabete mostra significative differenze di genere”
Il diabete colpisce le donne al cuore. Rispetto ai pazienti maschi, le femmine sono un terzo più a rischio di avere un infarto secondo uno studio italiano presentato al 51esimo Congresso dell’Easd, l’Associazione europea per lo studio del diabete, che si apre oggi a Stoccolma. La ricerca riguarda l’intera popolazione toscana ed firmata da Giuseppe Seghieri dell’Agenzia regionale sanità con sede a Firenze, ma le conclusioni del team tricolore sono in linea con quelle di un lavoro internazionale che dimostra come – nei rapporti fra malattia del sangue dolce e complicanze cardiovascolari – l’assenza di ‘pari opportunità’ sia un dato di fatto un po’ in tutto il mondo. Dall’Europa agli Usa, fino ad arrivare alla Cina. Seghieri e colleghi hanno raccolto e analizzato i dati dei ricoveri negli ospedali della Toscana in un periodo di 8 anni dal 2005 al 2012, incrociandoli con i registri regionali demografici e dei pazienti diabetici. Su un totale di circa 3,2 milioni di abitanti ultra 16enni (per il 47% maschi), sono state conteggiate oltre 24.600 ospedalizzazioni per infarto miocardico acuto, quasi 27 mila per ictus ischemico e più di 17.600 per scompenso cardiaco congestizio. Benché i numeri assoluti dei ricoveri per problemi cardiaci fossero più alti fra gli uomini, l’eccesso di rischio infarto causato dal diabete nelle donne è risultato significativamente maggiore che nei maschi: +34%, con un ‘gender gap’ massimo nella fascia 45-54 anni. Lo svantaggio femminile valeva anche per ictus e scompenso, non in linea generale ma solo nei gruppi d’età compresi fra 45-54 anni e 75-84, con un picco di differenza donne-uomini nella fascia 55-64 anni. Il lavoro toscano, uno studio retrospettivo di follow-up, fotografa in modo più approfondito di quanto sia stato fatto finora la ‘discriminazione’ del diabete nei confronti del cuore rosa. “L’extra rischio di eventi cardiovascolari legato al diabete mostra significative differenze di genere – commentano i ricercatori italiani – Le pazienti donne risultano particolarmente svantaggiate per quanto riguarda il rischio di infarto, poiché il ‘gap’ scatta prima, intorno all’età della menopausa, e quindi dura di più. Per ictus e scompenso la ‘forbice’ si apre dopo, nel periodo post-menopausa”. Complessivamente, però, i dati invitano a “focalizzare l’attenzione su una tempestiva prevenzione di genere delle complicanze cardiache nelle persone con diabete”. Un appello condiviso anche dagli autori della ricerca internazionale, una metanalisi di 19 studi per un totale di quasi 11 milioni di pazienti diabetici: “Basta ai pregiudizi sessuali nelle malattie cardiovascolari. Dobbiamo evitarli – esortano gli scienziati guidati da Xue Dong, dell’Affiliated ZhongDa Hospital, Southest University di Nanchino – e compiere tutti i passi necessari per assicurare alle donne con diabete una diagnosi precoce, un controllo a 360 gradi dei fattori di rischio e l’accesso ai migliori trattamenti disponibili”. Il maxi-studio ha rivisto ricerche condotte in Europa, Nord America e Asia, selezionate passando al setaccio le pubblicazioni inserite dal 1966 al 2014 nei database PubMed, Embase e Cochrane Library. Complessivamente sono stati registrati più di 106 mila eventi coronarici acuti, fatali e non, con un rischio di infarto e angina del 40% maggiore per le donne.