Il cambiamento climatico che stiamo vivendo ha forti impatti su vari ecosistemi, tra i quali quelli montani in cui lo scioglimento dei ghiacciai trasforma completamente il paesaggio, con impatto su flora, fauna, portata dei fiumi, erosione costiera ecc.. L’innalzamento delle temperature ed il conseguente scioglimento dei ghiacciai inoltre innesca processi di feedback positivi sull’andamento della temperatura stessa in quanto diminuendo i ghiacci, si riduce l’albedo da essi prodotto sulla radiazione solare.
Meno la superficie riesce a riflettere la radiazione entrante, maggiore sarà l’assorbimento di energia e le temperature tenderanno ulteriormente ad aumentare. Ecco perché l’Alleanza per la Montagna, che coinvolge vari enti delle comunità montane, tra cui Cai, Uncem, Federbim, l’Università della montagna di Edolo, la Fondazione Angelini, l’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, la Società Speleologica Italiana e l’Associazione alpinistica Giovane Montagna si sono riuniti il 7 Settembre per la prima volta a Milano per discutere su questo tema preoccupante. Dopo lunghi dibattiti quest’alleanza ha comunicato durante l’incontro che si impegnerà con tutte le sue forze affinché la conferenza sul clima di Parigi-Cop21 si concluda con successo, con l’adesione alle iniziative proposte alla Conferenza di Lima. L’obiettivo proposto dagli Stati è contenere entro due gradi centigradi il riscaldamento globale e ridurre entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica del 40%. Chissà se effettivamente gli Stati saranno decisi a fare qualche passo avanti per il clima mettendo da parte gli interessi economici che fino ad ora sono stati l’unica cosa presa realmente a cuore delle varie Nazioni.