Grandi obiettivi per debellare l’epatite: dal primo summit mondiale, promosso dall’Oms e dalla World Hepatitis Alliance, gli esperti si pongono una sfida importante ossia diminuire del 90% i casi entro il 2030
Circa 400 milioni di persone vivono con l’epatite, e ogni anno i morti sono 1,4 milioni. Insieme, l’epatite B e C provocano circa l’80% di tutti i decessi per cancro al fegato, ma la maggior parte di chi ha l’epatite virale cronica non è consapevole dell’infezione. Per affrontare la sfida globale a questa malattia, Glasgow ospita per tre giorni – da oggi a venerdì – il primo vertice mondiale promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalla World Hepatitis Alliance.
Il summit vedrà confrontarsi delegati provenienti da più di 60 Paesi. L’obiettivo è aiutare i governi a intensificare gli interventi per prevenire l’infezione, e garantire a chi ha una diagnosi il corretto trattamento. Per l’occasione l’Oms lancia un nuovo manuale per lo sviluppo e la valutazione dei piani nazionali contro l’epatite virale. Inoltre si punta a stabilire, come obiettivo per il 2030, la riduzione del 90% nei nuovi casi di epatite cronica B e C, il taglio del 65% dei decessi e il trattamento dell’ 80% delle persone con un’infezione da virus C e B. Il vertice mondiale, che è destinato a diventare un appuntamento annuale, si propone di focalizzare l’attenzione su un nuovo approccio di sanità pubblica contro l’epatite virale e per essere un forum centrale per i paesi che lottano contro questa malattia.